venerdì 21 dicembre 2012

ULTIMI CORNER DEL 2012

EDO CORNER
Karakatekismo
"Mi piace il catechismo, si imparano un sacco di mosse e ci si purifica"

Compiti a casa
Inventa una storia con la parola "tristezza":
"Un uomo va sull'astronave e volando incontra un panda alieno; ad un certo punto il panda, siccome l'astronave era verde, la scambia per un bambù gigante e la vuol mangiare. Però gli viene tristezza perchè è dura."

Dimenticavo!
"Bhè, io vado" esce dal portoncino.
Rientra subito: "Ah, già, Papà!"

MIMMO CORNER
Unicuique suum
"Quest'anno Edo va in terza, io in prima, Ale all'asilo e papà in pensione"

Ladri in casa
"All'università insegnano anche a rubare?"

"Quando sarò ladro, entrerò nelle case dicendo: TA-DAAAAN!"

Striscia negativa 
"Mi passi il salame? Ah, no... meglio di no che ho tutta la striscia arrossata"

A Natale siamo tutti più furbi
"A Babbo Natale posso chiedere un panettone?"


ALE CORNER
Perdite
"Devo trovarmi un altro amico perchè quello piange"

Kazzenger
"Le balene nell'acqua toccano?"

Di mamma ce n'è una sola
Ale: "Quando arrivano i fratelli?"
Mamma: "Tra poco, ma non ti piace stare qui con la mamma?"
Ale: "Mmmm... no. La mamma è troppo una"

martedì 4 dicembre 2012

39. MIMMO CORNER < va piano >


Ivan mostra sempre il pisello in mensa perchè vuole che una lo ami

La prima volta che ho fatto l'amore avevo 23 anni. All'inizio avevo paura. Terrore. Poi subentrò un rispetto reverenziale per tutte le donne. Per me erano esseri superiori, intoccabili, senza odori e colpe. Un coacervo irrazionale di pulsioni sudate come me, come poteva solo pensare di avvicinarsi a tanta perfezione? Probabilmente avrei continuato a masturbarmi con Postal Market, se al primo anno dell'università non fosse arrivata la prima sana fregatura. Una storia originalissima: io amavo Lei ma Lei non amava me! Come minchia era possibile? Imboccai il tunnel della delusione e delle cocenti lacrime. Un tunnel che dopo sei anni sbucò in un finale scontato: il sesso in sharing. Durante questa ginnastica fantastica, alcune femmine s'innamorarono di me. E provai il sottile piacere di farle soffrire. Portare il mio pisello a segno fu dura. Fu un lungo viaggio liberatorio che mi fece perdere freschezza, ingenuità, sogni... e guadagnare in figaggine. Oggi guardo Mimmo e penso: "Resta così Mimmo. Va piano. La libertà può attendere".

La mamma di Marco è in tarallo*

Mamma, ma tu sei una donna sessuale? Una col pisello che dentro ha una patatina?

Se non mi dai la Coca Cola divento rosso, mi si ingrossa la vena e muoio.

Beati i morti perchè hanno il sangue secco e le zanzare non li pungono

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* travaglio

mercoledì 28 novembre 2012

27. EDO CORNER < fighetto >

Colloquio con le maestre
Maestra: "... è distratto, dimentica tutto, è indisciplinato, non ci ascolta, fa tutto con superficialità... Signora, avete per caso problemi a casa?"
Madre di Edo: "In... in che senso?"
"Non so, tensioni..."
"No. Cioè il mio ragaz... mio marit... il mio compagno ha cambiato lavoro e..."
"No, non c'entra"
"..."
"..."
"Per caso Edo è innamorato?"
"Mi ha parlato di una bimba..."
"Ah si??? E CHI È... CHI È?"

Ok, un classico. Pensate che, in quanto padre, pratichi anch'io lo sport nazionale di considerare mio figlio un genio incompreso e le maestre delle veterocomuniste sessualmente e economicamente frustrate. Peccato che io sia il frutto di un accoppiamento assistito dalle Regie Scuole del Regno: padre insegnante, mamma insegnante, nonni e zie insegnanti. La maestra ha certamente bisogno di una bella vibrata di carni ma ha ragione. Edo va ripreso per mano e aiutato. Deve capire che nella vita serve metodo, disciplina, ordine. Rifletto. A memoria non mi sembra che in casa ci sia qualcuno con i requisiti giusti per insegnare metodo, disciplina e ordine senza scoppiare a ridere. La madre ha finito il report sul colloquio. Tocca a me. In tinello i minuti scorrono. La mosca sopravvissuta smette la sua ricognizione e atterra sul lampadario. Il mio sguardo severo si alza su Edo. Il Padre parla:

"Edo tu fai il fighetto"

Seguono occhiate perse dei minori, polemica della donna ("che c'entra fare il fighetto???") e invettiva fuori luoghi dell'anziano padre contro la scuola d'oggigiorno che chiama "Tempo" "Storia" e "Spazio" "Geografia". E infine accordo unilaterale sull'elenco di app, giochi, device di cui Edo sarà privato se mancherà le consegne. Tra i giochi a rischio ci sono anche le lezioni di pianoforte. Edo piange: "Il pianoforte nooooo" (giuro). Mimmo trattiene le lacrime facendo una sorta di scafo con la mandibola. Ale sprizza gioia e cibo.

Controllo dei compiti
Tra i rimproveri della maestra c'era pure quello che non gli controllavamo i compiti. La prova era che i suoi quaderni non recavano traccia di alcuna correzione esterna. A nulla valse... valè... valquette... non servì a nulla spiegare che la cosa era voluta. Che lo aiutavamo, gli dicevamo gli errori, ma che quando Edo si rifiutava di correggerli (il fighetto si rifiuta spesso) gli dicevamo che se la vedeva con la maestra. Niente da fare. E così sabato mi armo di una matita acuminata e apro il quaderno:

Descriviti con degli AGGETTIVI
Io sono: soddisfatto, bravissimo, spiritoso, utile, vivace, informatico, peloso, simpatico, coraggioso.

Fighetto del cazzo.

mercoledì 21 novembre 2012

Sana invidia











Lei è Tina Fey

Sto facendo un corso di improvvisazione teatrale. Prima di tutto perchè da grande voglio diventare come Tina Fey. Poi perchè ne ho bisogno. Imparare ad ascoltare gli altri, mettere gli interessi del team davanti ai miei, sparare cagate con chiarezza algebrica... Insomma mi serve. Però è dura. È un po' come imparare a sciare. Bisogna fare l'opposto di ciò che ti suggerisce l'istinto. Sei davanti a una pista nera ricoperta di scheletri umani? Buttati! Sei in cima a una lastra di ghiaccio scintillante? Peso avanti e vai! Le racchette? Via le racchette! Insomma il corso insegna a liberarmi da tutto ciò che sono. E siccome io sono da 44 anni e fischia, ho un paio di tir pieni di roba pesante che non so bene dove scaricare. I miei tre bimbi invece no: tanti concetti, zero preconcetti, tante idee, zero giudizi... Hanno l'esoscheletro mollo e sulle spalle uno zainetto di Winnie the Pooh vuoto. E così, guardo i tre Tina Fey in miniatura che girano liberamente per casa. E io li invidio. Dio come li invidio!

Si parte
Io: "Forza, tutti in macchina!"
Edo: "Con quale andiamo?"
Io: "Indovinate... è la più veloce!"
Mimmo: "Presto, annusiamole!"

Sosta forzata
Ale: "È tempo di pipì"

Edo: "Ho il pisello scoppiante"

Mi fermo tra i camion parcheggiati.
"Dai Edo, falla qui"
"... qui no"
"Dai"
"... ho il pudore"
"Dai!"
"Il mio pisello diventerà famoso"

Chiacchiere da abitacolo
Io: "Comunque anche la benzina dell'Eni è cara eh?" 
Edo: "A me quel Papaleo non piaceva per niente"

Mimmo: "Mamma, tu non vedi l'ora di diventare vecchia così ti puliamo noi?"

Edo: "Hanno trattorato i campi"

Mimmo: "io sono un omosessuale?"
Mamma: "... sei un bambino"
"... sono un bambino sessuale?"

Stress da abitacolo
Io: "ORA VI MENO A TUTTI E TRE!!!"
Ale sereno: "Nooo, che peccato"

martedì 23 ottobre 2012

Digital Family


"Il futuro è nelle nostre mani" (Edo)

La fase due di internet, irruppe dal portoncino di casa circa 5 anni fa. Nonni, figli, genitori... un'intera famiglia ne fu travolta con effetti diversi. I nativi digitali (Edo, Mimmo, Ale) vissero la cosa con naturalezza e curiosità. E oggi sanno già tutto. I matusa invece (nonni in primis) si sono fatti cogliere impreparati.

Nativi digitali
Io: "Chi sa il significato della parola icona?"
Edo: "iTunes"

Glossario di Ale: "Inecloniche" = "Giochini elettronici"

Mimmo: "Papà di mestiere scrive battute su internet"

Edo: "Papà, posso aprire Microsoft Word e scrivere dentro tutta la storia di Don Chisciotte e poi pubblicarla su Facebook?"

Mimmo: "Quando sarò grande, la mia password sarà culonero"

Matusa
Chiudo con l'immagine di un ottantenne travolto dal digitale: è l'avatar di mio padre su Skype. Mi sono chiesto a lungo se pubblicare questa cruda immagine. Alla fine ho deciso di si. Quello sguardo che scruta la webcam e quella canottiera, mi parlano di tutta la fatica che ho fatto a convivere per 31 anni con la sua tenace follia. Avrò qualche difettuccio, ma oggi sono uno splendido ultraquarantenne. Digitale.




lunedì 15 ottobre 2012

Dialoghi

In macchina
Sento la notizia del tipo che si è buttato da 39.000 metri in caduta libera.
"Edo, c'è un tipo che si è buttato da 39.000 metri in caduta libera!"
Edo: "Si chiama Felix Baumgartner"
"... Felix?"
Edo: "... Baumgartner"

A cena
In tinello piovono domande inquietanti.
Edo: "Ma i gay muoiono prima?"
Io: "No... mangia"
Mimmo: "Ma se noi sarebbero..."
Io: "... fossimo"
"Ma se noi fossimo uomini sessuali..."
"... omosessuali"
"Ma se noi fossimo omosessuali tu cosa ci dicessi?"
"... DIRESTI! Mimmo: l'italiano, L'ITALIANO!!!"

Viva l'italiano e la sua estrema complessità.

martedì 9 ottobre 2012

26. EDO CORNER < Dio Day >

"Buongiorno, vorremmo iscrivere nostro figlio Edoardo a catechismo"
"Ah bene. Questo è il modulo da compilare. Ecco la penna."
"Senta, che orario fate?"
"Il giovedì, una volta la settimana"
"Dovrà andare anche a messa?"

La Sorella dell'ordine delle Pastorelle di Dio capisce di avere davanti un'atea naturale che ignora i fondamentali: "bè, signora... si. La messa la deve fare"
"Ah... già... sa com'è, noi non pratichiamo..."
"Può essere l'occasione per riavvicinarsi a Dio.
(Commuovendosi) A proposito, don Vittorio se ne va e stiamo raccogliendo soldi per un regalo di commiato"
"..."
"Sa, gli prendiamo un compiuter piccolino, di quelli che si aprono..."
"... un portatile"
"Un portatile, sì...
(preoccupandosi) ma con le immagini dei santi eh?"

L'incontro con la suora l'avevo dimenticato ma era previsto. Noi genitori siamo stati in seduta plenaria da tinello per ben 2 ore prima di decidere se iniziare il primogenito al Verbo della Sacra Romana Chiesa. Alla fine, fumata bianca! Dal sinodo è uscita una scusa fantastica che ci preserva da eventuali fulmini divini e dalla responsabilità di genitori: siccome Edo non crede in Babbo Natale, nella Befana, nei fantasmi, nei mostri che abitano il buio, (non credeva neanche nella balena, ma l'ho fatto ragionare), è salutare sottoporre il suo agnosticismo annoiato al fuoco di fila dei teologi. La speranza è che gli insegnino un po' di vedo-non-vedo, ne ha davvero tanto tanto bisogno. Del resto lo sapevo. Alla domanda "papà, ma Dio esiste?", ormai la mia risposta creativa ("se ci credi, lo vedi") non bastava più. E così il D-day è arrivato: tra i fumi del minestrone, la madre mi informa della sua figura di merda con la Pastorella. Mentre parla, il testone di Edo si specchia sul suo fiero pasto. È stanco. Distrutto da settimane di pellegrinaggi in palestre e campetti sportivi nella speranza di capire quale sport gli farà meno schifo. Ha fatto prove per rugby, basket, calcio, nuoto, perfino scherma. Alza lo sguardo spento verso di noi e liquida la notizia del catechismo con la polemica di un senzadio:

"Andrò a catechismo senza aver fatto neanche una prova"

martedì 18 settembre 2012

3. ALE CORNER < Pullia >










 Da destra a sinistra: Jessica Rossi, medaglia d'oro di tiro a volo a Londra 2012 e Giangi


Ale: "Dov'è l'altla mamma?"
Mamma: "... l'altra mamma?"
Ale: "Quella che spalava e vinceva"
Mamma: "... che... che sparava???"
Ale: "... la Jessica!"*

Le Olimpiadi di Londra hanno tenuto il padre di Ale (che insistono a dire che sia io) lontano da casa per 13 giorni. Troppi. Al figlio minore serviva chiarire di nuovo rapporti e ruoli familiari con una bella vacanza. E così, tornato a casa, partiamo alla volta della "Pullia". Li laviamo, li pisciamo, li mangiamo e in aeroporto assegnamo un trolley ciascuno chè ci tenevano particolarmente. Riusciamo perfino a passare i controlli. Al gate troviamo una delle due coppie con cui condividiamo l'avventura. Ci abbracciamo come fratelli: come noi, anche loro fanno finta di nulla mentre i figli si avvinghiano ai nostri rotolandosi per terra; come noi, anche loro hanno appena litigato. Come noi, anche loro hanno lo stesso vergognoso pensiero: coraggio! tra 10 giorni torniamo in ufficio.

"Siamo in aeleo?"
"No Ale, siamo nel pullman che ci porta all'aereo"

...

"Stiamo volando?"
"No Ale, ci stiamo solo muovendo"

...

"Pecchè fanno bagnetto con la mallietta?"
"Sono le hostess che spiegano come si mette il salvagente"

L'aereo parte. L'aereo accelera. Il sorriso emozionato di Ale la dice lunga sul mio futuro avventuroso di padre. Intanto Edo e il suo amico cantano a squarciagola. Nella fusoliera, tra i presenti, si crea un clima sereno e rilassato:

"Giro, giro tondo,
casca il mondo
casca l'aereoplano
e tutti noi muoriamo...  ah ah ah"

mercoledì 12 settembre 2012

Non aprite quella scuola

Domani primo giorno di asilo per Ale. Oggi primo giorno di scuola per Mimmo. Non parlo del fatto che Mimmo non ha mangiato e Edo non ha dormito, di quanto brave e gnocche erano le maestre, di quanto tirati erano genitori e figli, della bottiglia di acqua rovesciata dentro la cartella di Edo, della bella sensazione di condurre per mano il futuro mio e del paese (questa ultima sensazione è certamente un gentile omaggio della vecchiaia). Oggi parlo degli atti di terrorismo dei fratelli più grandi nei confronti dei più piccoli: una pratica di cui avevo dimenticato il gusto.

Edo terrorizza Mimmo (1)
"Guarda che a scuolaaa... ci sono le telecamereeee... che ti riprendonooo se fai la cacca nel cestino!"

Mimmo terrorizza Ale (1) 
Mamma: "Ale, quest'anno sei nella classe degli Orsetti, è una bellissima classe sai? Hai delle bellissime maestre, tutte simpatiche"
Mimmo: "Non tutte. Una è così-così... vedrai..."

Edo terrorizza Mimmo (2)
Mimmo: "Io so scrivere ma non so ancora leggere e allor..."
Edo (interrompendolo): "NON SAI LEGGEREEE??? Dobbiamo dirlo alla maestra!"

Mimmo terrorizza Ale (2)
Ale fa una visita nella sede del suo prossimo asilo.
Mamma: "Hai visto Ale che belle classi? Hai visto che bel giardino?"
Mimmo: "Ale! Ale! Vedi questo segno a terra? L'ha fatto un bambino che cercava di scappare dalla scuola scavando"



martedì 7 agosto 2012

Londron 2012

#2

Sono stato fermato più volte perchè camminavo nel senso sbagliato di marcia. A piedi. Un commerciante non voleva che pagassi con le monete. Sui marciapiedi ti scrivono da che parte guardare prima di attraversare. La cucina chiude alle 20.00. Pubbliche o private che siano, il senso delle regole qui è clamoroso. E un italiano osserva tutto ciò con lo stupore di un antropologo davanti a un copripene papuano. Ieri notte sono tornato in albergo a piedi. L'acqua del Tamigi rifletteva architetture grandiose. Ho incontrato un popolo di guardiani notturni, spazzini, portieri di palazzi, addetti alla sicurezza. Quando sono tornato in albergo avevo la mia personalissima definizione dei londinesi e di Londra.

Londinesi: popolo di combattenti

Alcuni sono veterani, la loro guerra l'hanno combattuta e vinta. Altri la stanno combattendo ogni giorno. Altri ancora sono "topini" in trincea tutti stretti attorno al loro fucile, con la paura di non sopravvivere al prossimo assalto. Tutti affrontano una grande città dal clima orribile, sospesa tra l'impero e l'odore di fritto che imperversa democraticamente. È una città efficiente e pulita questa, dove la libertà è cosa seria e quindi serissime sono le regole, per tutti. Lavata ogni giorno dalla pioggia, Londra non fa che riflettere le cose. Spietatamente. Sui fianchi degli autobus e della metro, sul metallo dei portoni e delle inferriate, sui marciapiedi umidi, sulle vetrine, sullo sguardo di chi incontro... ovunque mi giri non vedo che me stesso.

Londra: città specchio

Londra riflette e non ti dà tregua. Ogni giorno pone ai suoi abitanti sempre la stessa domanda: chi sei? cosa vuoi? ce la fai? L'impressione è che ogni possibile risposta sia qui ma - ancora una volta - a una regola: vietato avere sogni piccoli e capricci, incertezze e nostalgie, passato e vendette. Questa non è la spiaggetta tropicale dove sogni di scappare per aprire un chiosco di gelati. Qui serve un serio progetto di vita e si viene solo se armati di coraggio e sincerità. Qui non c'è spazio per cartacce, sorrisi, piccioni, bambini piccoli e amore. Qui è terra dei sogni, signori. Astenersi pacifisti.



sabato 4 agosto 2012

Londron 2012

#1


Can ai bai the return ticket tu Liverpul Strit?
Can ai bai the return ticket tu Liverpul Strit?
Can ai bai the return ticket tu...


È giorni che mi ripeto questa litania. Ora che la so a memoria, posso affrontare il viaggio per Londron da solo. Sono uomo! Sono cosmopolita! Londron mi fa una pippa! Carico come una trappola per topi supero il check-in, guadagno l'aereo, atterro a Stansted. Prima del traguardo vedo un enorme uomo nero. È un pakistano in divisa, seduto dietro un vetro che mi fa cenno di avanzare. "Mi?" (penso). "Iu!" (mi gesticola). La prima frase inglese che arriva alle mie orecchie è la sua e non c'entra col gatto sul tavolo. Non capisco assoltamente niente. Zero. Intuisco solo che la cosa ha a che fare coi miei documenti: una cosa fottutamente seria. La butto sull'ironia: "He he he... sorri bat mai inglisc is ander constracscion... he he he". L'uomo nero è pakistano e ignora il britisc iuma. Inizia a strangolare il mio documento. Capisco. Estraggo uno a uno i fascicoli settimanali della mia carta d'identità dalla bustina trasparente. Glieli do. Il suo "grunf" è una liberazione: sono entrato in terra londinese. 40 chilometri e 10 figure di merda dopo sono nel mio ufficio. Ci sono solo italiani e una percentuale di romani oltre i limiti di legge. Entro alle 9.30 per uscirne solo alle 23.00 in una Wenstmister scintillante, ventosa, stupenda e sopratutto chiusa. Non c'è modo di mangiare. Bere si. Mangiare no. Mi tornano alla mente le parole degli amici che sono stati a Londron: "ma si, prendi un mezzo e in un minuto sei in mezzo alla figa e ai locali". Forse non sono stato chiaro: SONO LE 23.00, NON MANGIO DA 11 ORE E SONO STATO IN UN UFFICIO DI ROMANI CHE NON HANNO FATTO ALTRO CHE MANGIARE. IL MEZZO LO PRENDI TU E QUELLA PUTTANA DI TUA SORELLA... VOGLIO UN CAZZO DI PANINO. NAO!!! Entro nell'unico buco illuminato che vende cibo. Con l'inglese fluente dell'immigrato in fin di vita, ordino il robo che somiglia di più a un panino. Una materia mollicosa beige avvolge una salsiccia grigia immersa da giorni in una guazza di uova vomitate. Sto affrontando un primato olimpico. La medaglia d'oro della merda di tutti i panini del mondo umano si fa strada attraverso il mio esofago. Il mio stomaco la prende con filosofia e mi salva la vita. Con un ultimo sforzo, mi qualifico per il letto dell'albergo.

Alla finale della mia personalissima Londron 2012 mancano 10 giorni. Sulla carta non sono il favorito.



martedì 31 luglio 2012

Il test della mamma

Capita a tutti prima o poi. Lavorare in una delle tante fabbriche del 2.0, tornare a casa e ricevere la telefonata dalla mamma. Una mamma molto analogica che ti vuole molto bene.

"Ciao"
"Ao"
"Come stai? Ti sento giù"
"Eh..."
"Tutto bene al lavoro?"
"M"
"A proposito, ieri ero con la mia amica Lucia e le ho detto che tu lavori con i compiuter... poi le ho detto che hai fatto anche delle pubblicità... in realtà non ho capito bene ma... CHE MESTIERE FAI ESATTAMENTE?"

Allora, per tutti coloro che si trovano a gocciolare sudore sul nastro della grande catena di montaggio digitale senza capire bene chi sono e cosa fanno, ecco un test orientativo che consente di rispondere alla domanda di mamma.



Programmer = "Sono un tecnico informatico... roba seria mamma"
Web designer = "Faccio il grafico... no mamma non sono omosessuale"
Copy= "Scrivo testi. No, non torno a lavorare con papà... scrivere è il mio mestiere... SCRIVERE È UN MESTIERE!!! Mamma... mamma ci sei?"

mercoledì 18 luglio 2012

25. EDO CORNER < un borghese piccolo piccolo >

Breve carrellata di frasi che danno la misura di che razza di borghesuccio stia tirando su. Tutto suo padre peraltro...

Pigro
Io: "che sport fai quest'anno ai centri estivi?"
Tutto esaltato: "bocce!"

Falso
"Ai centri estivi io prego. Ma prego muovendo solo la bocca perchè non so le preghiere. Non vado a catechismo io perchè non voglio fare il prete. Mi fanno andare a messa ogni giorno... dopo la dance"

Venale
"Edo, perchè non fai l'arbitro?"
"Che schifo, si guadagna poco"

Montato
"Io e Orso abbiamo un'azienda. Domani disegnamo i nostri biglietti da visita"

"Montato"
"Il mio problema grosso sono le tasse"

lunedì 9 luglio 2012

La mosca e il violino

Grazie al caldo sono finito in montagna. Il grande prato era tenuto corto da vari animali. Tra questi una decina di cavalli. Che coda magnifica che hanno i cavalli! Ipnotizzato dai movimenti erotici di tutte quelle code, mi sono messo ad ascoltare una delle mosche che li infastidiva. Ecco la sua storia.

"Voi uomini ci odiate. E il fatto poi di andare pazze per la cacca, non ci aiuta. Quello che non capisco però è quando dite: "Le mosche sono inutili". Ecco, io qui non vi seguo più. Ma come? I vostri scienziati dicono che per tutto c'è un perchè e noi all'improvviso siamo inutili? Senta - visto che non ha niente da fare - oggi vorrei spiegarle il nostro perchè. Risale a un sacco di tempo fa, quando iniziammo ad amare i cavalli. A modo nostro s'intende. Quell'odore intenso, quel sangue così dolce e nutriente. Neanche uno di quei quadrupedi sapeva come cacciarci. Poi un giorno finì la pacchia. Nacque un cavallo con una coda lunga e fluente, piena di fili lucidi e rigidi, come affilate fruste. Inizialmente tutti lo sfotterono: non s'era mai visto uno stallone con una parrucca da sciantosa attaccata al culo. Ma vista con gli occhi delle mosche, quella coda aveva il suo perchè. Ci rendeva i pasti scomodi e pericolosi. E così andavamo dagli altri; lui - quello con la strana coda - lo lasciammo in pace. Le cavalle cercavano di farselo amico per mettere il loro muso vicino al suo culo e sfruttare quelle liberatorie sferzate. Circondato da cavalle e libero dai fastidi, si accoppiò più degli altri. Ebbe una vasta discendenza con code uguali alla sua. Col tempo, le cavalle trovarono quei peli prima utili, poi necessari. Alla fine affascinanti. Quando tutti i cavalli ebbero code così, arrivò l'uomo. Chiamò quei peli crini. E scoprì che erano perfetti per suonare violini, viole, violoncelli e contrabbassi. Inventò l'orchestra capisce? Che è come dire che inventò la musica. Ora mi faccia una cortesia: lo spieghi lei agli uomini che anche noi abbiamo il nostro perchè. Senza le mosche non ci sarebbe stata la musica. Glielo dica"

Ok glielo dico.

martedì 26 giugno 2012

Voglia di bar

Mentre guardo l'epico scontro calcistico tra Grecia e Germania, la famiglia commenta che neanche Altobelli nei suoi momenti migliori...

Edo: "Ger-Gre... è un anagramma"
...
Ale: "Ueeeeehh... non volevo vedere la notte io!
...
Mimmo: "Dio è fatto così: riccioli, capelli neri, pelle rosa, pallone, maglia della Roma e unghie azzurre da quanto sono pulite..."
...
Edo: "La Germania è una squadra di sfioratori"
...
Ale: "Non volevo vedere la notteeeee..."
...
Madre: "molto pelosi i greci"

E così sogno un bar di campagna. Con i tavoli in formica, la mosca Tenace, vecchi che urlano in coro, rari camion lanciati a tutta velocità che gonfiano le tende... e davanti la mia birra. La mia fresca clessidra d'oro dalle mille bollicine kamikaze. Sogno 90 minuti. Altrove. Tutti per me.


mercoledì 13 giugno 2012

38. MIMMO CORNER < il magico peso >

La vita di Mimmo gira spensierata e vorticosa come una ruota. Il bello di questa ruota è il magico peso attaccato di lato che fa sballare tutto. Sballa l'equilibrio, sballa la logica, sballa le priorità, sballa le forme... Ascolto mio figlio e mi rendo conto che quel magico peso è lo stesso che usa Steven Wright per farmi ridere. Non c'è dubbio: perchè tutto giri giusto devo restare bambino.

Equitazione oggi
Io entusiasta: "Sei andato a cavallo?"
Mimmo: "Si, anche sopra!"

Equitazione ieri
"Sai cos'è di troia?"
panico dei genitori
"... di legno!"

Mamma
Biglietto di auguri per la festa della mamma:
"Tanti auguri perchè ti ho fatto un regalo"

Papà
Mimmo interroga la nonna (mia madre):
"Da quanto tempo conosci papà?"

Bellissimo 1
"Per fortuna non ho i denti davanti così quando arriva Carie non me li buca"

Bellissimo 2
"Una mi ha baciato. Per fortuna ero senza caccole e col muco dentro"


mercoledì 6 giugno 2012

24. EDO CORNER < Edolescenza >

Non sta mai composto, riponde sempre, piagnucola per tutto, pretende, fa quello che gli pare, disobbedisce. C'è qualcosa che frulla nella testa dell'intellettuale di famiglia: grande come un mulino a vento, veloce come la sua "r" moscia. Pensavo fosse una carenza d'affetto. Poi che fosse il nervosismo serpeggiante per casa. Poi che fossero i fratelli che se ne approfittavano. Forse l'amore!

Edo, hai la morosa tu?
"BASTAAAA... TE L'HO DETTO MILLE VOLTE!!!"
"Ce l'hai o no?"
"SI!"
"E come si chiama?"
Risponde Mimmo: "si chiama N***** ma non lo ama"
Edo precisa: "Tanto ne ho anche altre"

L'amore quindi non c'entra. Poi ieri, finalmente, è arrivata la risposta. Era dentro una domanda:

"Mamma, sei pronta per la mia adolescenza?"

venerdì 1 giugno 2012

Il padre può attendere

Sono settimane che lavoro come un idiota, rientro a casa tardi e con la schiena a pezzi. Questa sera però è l'ultima. Finalmente potrò riprendere in mano la mia vita. Non ho ancora girato la chiave nella toppa che sento levarsi le urla dei minori.

Ale in lacrime: "voio una bambina bellissimaaaaa"

Mimmo sfotte: "Edooo... hai la testa a forma di donna sexy, hua, hua, hua..."

Edo mi vede e si fa sotto: "Papi, posso giocare col tuo Aifon?"

Ale: "voio una bambina bellissima ioooooo"

Mimmo: "Faccio la fionda di saliva?"

Ale: "voio una bambina bellissima ioooooo"

Edo: "E papi? posso l'Aifon?"

Mimmo: "Papà, ma Rosy Mauro ha tradito Gesù?"

Edo: "l'Aifon papi..."

La madre dei miei figli si è arresa. I minori sono padroni assoluti del campo di battaglia. Sarebbe il momento di rientrare nel mio ruolo di padre con 4 urli ben assestati. Sono i figli stessi che me lo chiedono. Inconsciamente. Disperatamente. Ma un accadimento drammatico mi fa cambiare idea. È quando mi butto sul divano e vedo i tre teppisti che mi saltano addosso urlando. Sono senza pantaloni e mutande. Vengo schiaffeggiato selvaggiamente da 3 allegri micropeni. La mia decisione è irremovibile: per stasera terrò la bocca chiusa.

lunedì 14 maggio 2012

Mamma la splendida. Papà il mascalzone.

Ieri era la festa della mamma. Mimmo sale su una sedia:


Improvvisamente mi torna alla mente la poesia di Edo per la festa del papà. Me la faccio ripetere:



Capito? Mamma ha lo sguardo profondo e papà è un gallo. Mamma ha il pancino e papà mangia. A mamma batte il cuore e papà invecchia. E gli rincresce pure. Non a lei. Solo a lui. E stendiamo un velo pietoso su quel: "... e se si sposa PUO' diventar papà". E se non si sposa? Non ho dubbi. Le maestre ce l'hanno con me! E me le vedo in crocchio che scuotono la testa e guardano sconsolate mio figlio Ale che piscia felice nel giardino dell'asilo nido (Edo l'ha fatto):

"Guarda che selvaggio..."
"Tutta colpa di suo padre..."
"Che figo suo padre..."
"È un mascalzone, altro che!"
"Si, ma è figo"
"Tre figli e non la sposa!"
"Tipico dei fighi..."

Bè care maestre, lasciatemi dire una cosa. Pestare sui maroni fin da piccoli ha delle conseguenze per tutti. Sensi di colpa e di perenne inadeguatezza, fragilità nei confronti della vita, paura di morire... qualcuno la chiama "crisi dei 40 anni". In realtà sono cose che ci hanno alimentato dentro fin da bambini. Fardelli tipicamente maschili che abbiamo ciucciato col latte materno e col succo di frutta dell'asilo. E siccome - questo si! - i maschi si lamentano un sacco, succede che tutti questi pesi a 40 anni vengono scaricati addosso alla femmina che hai a fianco. Domanda: perchè?

Qualcuno pensa che esageri vero? No, non esagero. Dopo la poesia alla mamma, saliamo in auto. Ed ecco la discussione filosofica tra Edo e Mimmo:

Mimmo: "Ma dobbiamo morire tutti?"
Edo: "Si, tutti"
Mimmo: "È obbligatorio"
Edo: "Certo"
Mimmo: "Ma perchè?"
Edo: "Perchè a un certo punto diventi talmente vecchio che ti rincresce e muori"

Mi rincresce Edo, benvenuto nel club.

mercoledì 9 maggio 2012

La donna autobus

Oggi mi sento molto Sex & The City...

Le donne che ami sono di due tipi.
"La donna che ti cambia.
"La donna autobus".

La donna che ti cambia va spesso sotto lo pseudonimo di "persona giusta". Tutti sappiamo che la persona giusta non esiste ovviamente, ah, ah, ah... ma questo si sa. Esiste però la nostra predisposizione ad amare una tipa malgrado il dentifricio schiacciato a metà, i capelli che fanno diga sugli scarichi dei bagni e le ferite alla mano quando le accarezzi le cosce. La migliore donna che ti cambia lo fa senza minacciarlo. Lo fa e tu sei felice. Ti dà delle cose e tu, mona, le prendi. Le assorbi. Le metabolizzi. Come il pane mangiato che diventa unghie. La donna che ti cambia ti entra nella pelle anestetizzata come una zanzara. Solo dopo vedi i bubboni e non sei più quello di prima. Corpo, abilità, convinzioni politiche, sense of humor, gusti, carattere, rapporto con gli altri e con te stesso... Non sei più tu e va bene così.

La donna autobus è quella che ti porta - suo malgrado - da un punto all'altro della vita. Una donna autobus - se sei uno schianto come me - sta sempre tra due donne che ti cambiano. Ha la sfiga di stare con te nel momento in cui improvvisamente, definitivamente e senza motivo ti rompi i coglioni di come sei. Così, se hai l'abitudine di fare l'amore con lei come un riccio, una mattina ti svegli e ti scopri molto riccio e poco amoroso. Da quel momento è una discesa. Uno alla volta, le farai provare tutti i tuoi aculei: vuoi stare a casa, vuoi uscire, vuoi respirare, vuoi soffocare, vuoi essere libero, vuoi essere schiavo... Qualsiasisi cosa sia quello che vuoi, non è più quello che volevi. Ti senti in un autobus che sbuffa verso il capolinea. La guida ti dà la nausea. Le buche sono voragini. Quando parli al conducente tendi a urlare... ogni giorno ti avvicini inesorabilmente al bottone della fermata, sperando che qualcuno lo schiacci prima di te. E ti faccia scendere senza sensi di colpa.

Non puoi sapere che tipo di donna sia quella che ami in questo momento. Quindi fregatene. Concediti a lei anima e corpo, col trasporto e l'illusione di un fresco puledro. Dà senza chiedere. E quando finirà, piangi quanto ti pare, ma chiediti l'unica cosa che ha senso sapere: era un autobus?

Carrie Giangi Bradshaw

venerdì 27 aprile 2012

I' ho già fatto un gozzo in questo stento

Ormai io ne ho fin qua di questo stento
come della pioggia di Lombardia
i contadini o chiunque altro sia
costretto con il ventre sotto il mento

La barba al cielo e la nuca sento
sulla gobba e ho il petto di un'Arpia
e gocciola il pennello sulla mia
faccia che paio un ricco pavimento.

I lombi sono dentro le budelle,
e, per il contrappeso, il culo è groppa,
accecato muovo passi invano.

Davanti a me si allunga la mia pelle
per ripiegarsi e arrotolarsi a poppa
e mi tendo come arco castigliano

Così sbagliato e strano

sorge il giudizio da una mente storta
che spara con la cerbottana torta.

La mia pittura morta

difendi, Giovanni, e il mio onore:
non sto bene e non mi sento pittore.

A scrivere è Michelangelo Buonarroti.
Il destinatario è Giovanni Da Pistoia. 
È il 1510 circa.
Michelangelo sta dipingendo la Cappella Sistina.
In rete ho trovato una traduzione inglese e i soliti tromboni italiani che non spiegano.
Quindi, da ex trombonista, mi sono fatto la mia versione
(benvengano consigli e correzioni).
Questa è la versione originale:

I' ho già fatto un gozzo in questo stento,
come fa l'acqua a' gatti in Lombardia
o ver d'altro paese che si sia,
c'a forza 'l ventre appicca sotto 'l mento.

La barba al cielo, e la memoria sento
in sullo scrigno, e 'l petto fo d'arpia,
e 'l pennel sopra 'l viso tuttavia
mel fa, gocciando, un ricco pavimento

E' lombi entrati mi son nella peccia,
e fo del cul per contrapeso groppa,
e' passi senza gli occhi muovo invano.

Dinanzi mi s'allunga la corteccia,
e per piegarsi adietro si ragroppa,
e tendomi com'arco sorïano.

Però fallace e strano

surge il iudizio che la mente porta,
ché mal si tra' per cerbottana torta.

La mia pittura morta

difendi orma', Giovanni, e 'l mio onore,
non sendo in loco bon, né io pittore.

giovedì 26 aprile 2012

23. EDO CORNER < II >

Seconda Repubblica
"Papà, qual è il tuo repubblicante? Bersani?"

Seconda A
Parte la paternale educativo-moralistico-sinistreggiante dei genitori. Edo, testa bassa, mangia:
"Ma insomma Edo, è una bimba musulmana ma che c'entra? I musulmani sono come noi. Lei è simpatica, è una brava bambina. Parla italiano, vi capite bene... PERCHÈ NON GIOCHI CON LEI IN CLASSE???"
"Perchè è in B"

Secondo i genitori
Monta sulla sedia, piglia il vocabolario. Quando smette di sfogliarlo, legge:
"... nel linguaggio co-corrente, chi è molto nervoso, fa-facilmente i-irritabile"
Inizia a frignare disperato:
"ECCO! LO SAPEVOOO! IO NON SONO NEVRASTENICO!"

martedì 17 aprile 2012

Edo e Mimmo compiono gli anni










Ale: "ov'è mio egàlo?"

Mimmo guardando le candeline: "Ma quando i numeri finiscono possiamo inventarne altri?"

Ale: "ov'è mio egàlo?"

Edo: "In questa pizzeria possiamo cantare tanti auguri?"
Genitori: "Si, certo"
Edo: "È tutto come previsto?"

Tutto come previsto: auguri!

lunedì 9 aprile 2012

22. EDO CORNER < 4x4 >

Quel banco di formica dove incastro mio figlio ogni mattina è lo stesso. Lo riconosco: texture verde pelosa, tubi canna di fucile, buco per penna d'oca e calamaio, sedia in lamellare curvato a mano da sapienti mani di artigiani morti e defunti. Ma se gli arredi non sono cambiati, la scuola lo è. Geografia si chiama "spazio", storia "tempo", parlano inglese, uno stampatello smart ha ucciso il corsivo e portano a casa libri di 120 pagine (cioè Edo li porta... non so poi se è lui che... una volta l'ho beccato sul divano che leggeva "Internazionale", quindi). Tra l'altro imparano le tabelline a memoria esclusivamente a salti. Ieri sera lo porto a letto che ignorava totalmente quella del 4. Stamattina, a colazione, il miracolo:

"4 per 2?"
"8"
"4 per 4?"
"16"
"4 per 8?"
"32"
"Grande Edo!!! Ma..."
"L'ho ripassata durante la notte"

Si alza. Ignora il punto di domanda che blinka sul mio cranio. Scansa con rudezza le smancerie della madre che gli si era appesa al collo come una pon-pon girl. Esce di scena, biscotto agli angoli della bocca, con una battuta da stronzo navigato:

"... basta credere in se stessi"

martedì 3 aprile 2012

Emozione bottana - Ep. 2/2



Mio padre, Treviso, anni 90

Sono in pizzeria con mio padre. Mia madre è ricoverata all'ospedale da una decina di giorni. L'unico che ha notizie fresche è lui. E così, mentre mangio, vengo aggiornato.

"Sai Gianluca, i medici hanno trovato una massa... una massa. Ehh... dobbiamo prepararci al peggio..."

Il bolo mi si ferma in gola. La valvola che dovrebbe chiudere la trachea e aprire l'esofago non si decide. Vado in bagno e risolvo la cosa con mezzo bicchiere di lacrime. Torno al tavolo e riprendo a ingoiare la pizza più dura della mia vita. Il giorno dopo parlo con mia zia. Dice che non c'è pericolo di vita. E così capisco. Capisco che mio padre non mi stava informando ma stava chiedendo aiuto, che era sopraffatto dalle emozioni. E capisco che è arrivato il momento di deporre le armi, di dire addio all'adolescenza. Il mio ruolo di figlio indignato è scaduto, è tempo di essere padre. Padre di mio padre. Mi faccio coraggio e firmo l'armistizio.

Io, Treviso, anni 90
Ovvero di quando pagai per la prima volta con la carta di credito (di mamma). Per non dare alcun vantaggio all'emozione, scelgo un negozio di scarpe di campagna con commessi molto brutti. Prima di entrare mi specchio e noto già una perlatura di panico sotto il naso. Entro rigido, cercando di coordinare il movimento delle gambe con quello delle braccia... ma come fanno gli altri a camminare? I piedi sono lavati, le ascelle reggono, sfoggio la sicumera di chi vanta calzini senza buchi. Mi avvicino alla commessa biascicando un mantra:

“Vorrei quelle scarpe lì che costano 70.000 lire, vorrei quelle scarpe lì che costano 70.000 lire, vorrei quelle scarpe lì che costano 70.000 lire"

Nei primi minuti, tutto procede bene. Provo le scarpe. Faccio due passi. Riesco addirittura a chiedere un numero più grande. Il mio sorriso di marmo nasconde il dolore lancinante per gli alluci fratturati durante la prima camminata di prova. Faccio una seconda camminata, ma è una recita: quelle scarpe vanno prese a tutti i costi, quel che resta del coraggio va risparmiato per la fase del pagamento digitale. Un rallenty hollywoodiano mi porta alla cassa.

"Sono settantamila lir..."

Sono anni pionieristici: il mio portafoglio esplode in un carosello di peli, ricevute, scontrini, biglietti da visita lisi. La mia prima estrazione della carta di credito è memorabile. La tipa striscia. Io resto teso come una corda di violino.

“Carta di credito o Bancomat?”

Rispondo a casaccio e faccio per andarmene.

“Un attimo, la ricevuta”

Afferro un foglietto in zona e faccio per andarmene

“Un attimo la firma”

Firmo una superficie piana qualsiasi e… ora basta… fatemi uscire!

“Signore, non dimentichi le scarpe”

Il "signore" sbrocca. Scarpe?... Scarpe? Quali scarpe, brutta puttana? Ho estratto il minchio, hai strisciato la merda, ho firmato il robo, ho pagato tutto ciò… fammi uscire!!! Vedo la mia mano destra che le strappa le scarpe dalle mani. Con terrore, osservo l'altra mano, totalmente sconnessa dal mio cervello: ha deciso di afferrare un ombrello in vendita. So che nulla e nessuno la fermeranno. Mi allontano col furto emotivo. Piroetto. Balzo indietro. Poso il maltolto. Saluto a occhi bassi e esco distrutto. L'aria aperta ghiaccia il mio sudore.

L'emozione è bottana.

lunedì 2 aprile 2012

Emozione bottana - Ep. 1/2







Nonna Angela, Catania, anni 50

È agosto. A Nonna Angela ci fuma la testa. Ma non è il caldo

"cu è 'stu cunnuto ca si potta i gaddìne?"

In effetti... Come minchia fa 'sto "cunnuto" a fregarsi le galline se la rete del pollaio non ha segni di scasso? E poi perchè le galline, se potrebbe fregarsi il maiale coinquilino? Nonna Angela non si dà pace e si apposta 'ncazzusa su una seggia impagliata. A quei tempi, mio padre è adolescente ma ha ricordi HD. Come quando la famiglia guardava una delle prime tv e ogni sera una signorina cotonata presentava ai Marino i programmi di mamma Rai. Ricorda che quelle sere Nonna Angela si metteva in ghingheri, sedeva dritta dritta e rispondeva alla signorina con ammiccamenti e sorrisi di circostanza. "Ti vede" urlava furiosa a mio padre. Ma lui niente... continuava a fàrici i corna a chidda buttana da'a Rai. La storia delle galline se la ricorda bene. Le grida, il pugno rosso alzato, la nuvola di polvere con dentro Nonna Angela ansimante e sudata. Ricorda il maiale a terra, ammazzato a suon di pugni. 'U cunnuto era il maiale che finì sano sano in una buca di terra. Troppo caldo. Niente insaccati. L'ira d'agosto fa a pugni col business.

Nonno Mario, Catania, anni 70
Il figlio di Nonna Angela è Nonno Mario. Nonno Mario era uno spietato cecchino di conigli. Ricordo ancora il frutto delle sue ammazzatine: conigli a testa in giù sui ganci della cucina, pellicce che pendono dal loro capo come un accappatoio e scoprono - bianca e viola - la pelle più nuda che abbia mai visto. Papà dice che una mattina ne rincorrevano uno tosto. A un certo punto, la bestia abbandona la sciara e si ferma a prendere fiato nel bel mezzo della provinciale per Catania. È strada di curve e scarso traffico, il bersaglio è vicino e il piombo in canna offre ben due possibilità di fare centro. Condanna a morte insomma. Poi il rumore del vento porta quello di una corriera. La corriera si ferma e sbuffa davanti al coniglio. Tutti guardano dai finestrini manco fossero al cinematografo. Ora la condanna a morte è diventata sfida. Nonno Mario non è del continente e il fucile ci trema. Spara e manca l'impossibile. Spara ancora. Il coniglio fugge. Dopo interminabili secondi, anche la corriera se ne va. Ma per Nonno Mario, quella corriera resterà lì per sempre, a fissarlo con tutti quegli occhi di cristallo, a ricordare a lui e a tutti i Marino quanto l'emozione è bottana.

(domani il secondo ridanciano episodio!)

venerdì 30 marzo 2012

39. MIMMO CORNER < doppio corner >

Oggi pomeriggio andiamo a Genova a vedere gli squali (per Edo che si annoia) e i pinguini (per Ale che ha paura). Siccome non esiste Guidante, è certo che durante il viaggio i tre parleranno molto. Urge dunque tagliare dall'iPhone le cose che mi ero segnato e incollarle in un doppio corner.

< Dio & C >

Senzadio

"Un mio amico... cioè nè amico nè nemico... insomma uno normale dice che Dio non esiste"

Versus
"Papà, è più forte Dio o Ugo la Talpa?"

Par condicio
"Esiste il diavolo custode?"

Morto di fame
"Che mangiano gli angeli?"
"Nuvole"
"Yummm... buone! Quando muoio divento un angelo vero?"

< Amore & C. >

Ulisse Siffredi
"Sai cos'è di troia?"
"..."
"Di legno!"

Soap opera
"... Vittorio sta cercando di amare Veronica che però sta amando Nicolò..."

Chi ha il pane non ha i denti
Riferisce la mamma di una compagna di Mimmo: "Mimmo mi prende sempre la mano quando andiamo in bagno ma a me non piace perchè non ha i denti davanti".

venerdì 16 marzo 2012

Purtroppo, io sono un genio

"... anche la più vuota delle noci vuol essere schiacciata"
(
Friedrich Nietzsche, Così parlò Zarathustra)

Vorrei approfittare di questi tempi barbari e digitali per regalare 2 idee in odore di successo planetario. Perchè non le realizzo io? Perchè, purtroppo, io sono solo un umile genio.

GUIDANTE
Genere: mobile game
Call to action: guida, gioca e vinci
Descrizione: affrontate un lungo viaggio in macchina con 3 bambini dietro che urlano e degustano muco? Si sono già sorbiti un cartone sull'iPad, la musica di Max Gazzè, una lezione di vita, 5 succhi di frutta, una mela e 2 sberle? Provate GUIDANTE! GUIDANTE è una app che trasforma il vostro smartphone in un volante. Voi guidate e intanto vostro figlio segue la strada con voi, sminchiando con lo smartphone come se fosse a Indianapolis. C'è una curva a destra? La voce di GUIDANTE l'annuncia e se vostro figlio gira a destra con l'iPhone, becca 100 punti! Correte oltre i limiti? Scatta la sirena di GUIDANTE, vostro figlio vi insulta e quando rallentate si becca 100 punti! Occupate da ore la corsia centrale dell'autostrada come il papa? Vostro figlio vi fa presente che guidate come un anziano, vi convince e si becca 100 punti! Gioca-guida con tuo figlio, fagli alzare gli occhi dal display, instaura un rapporto proficuo fatto di ordini e risate prima che ti metta i piedi in testa, georeferenzia i maroni della famiglia, imparalo a divenire un guidatore provetto. Provetta!

KAGALLA

Genere: mobile social network
Call to action: caga, condividi e vinci
Descrizione: tutti facciamo la cacca. Molti c'hanno l'iPhone. Tutti facciamo la cacca con l'iPhone. Che aspettiamo dunque!?!?! Andiamo di corpo, tratteniamo il respiro, scattiamo una foto e condividiamola con tutti coloro che ti riconoscono dal bisogno. KAGALLA è georeferenziato, sa dove cachi e premia la location più chic: 10 punti dietro la siepe, 100 punti al Municipio di Vedelago, 1000 punti a casa di Belèn... e se caghi alla Casa Bianca di Washington sbanchi KAGALLA! Che aspetti? Diventa re della membershit.

Buon lavoro.

venerdì 9 marzo 2012

2. ALE CORNER < top 3 >

È certo. Ale usa lo sfintere più minaccioso come un'arma psicologica. Riesce nell'impresa di cacare a fascicoli in pochi minuti: lo cambiano e caca, gli si mette la giacca e ri-caca, lo si siede in macchina e ri-ri-caca. Quando gli si fa presente che è ora di smaltire l'organico nell'apposita ceramica, ride tantissimo. Comunque - al netto del culo - la lingua promette bene. Ecco un interessante doppio col fratello.

Le top 3 di Mimmo
Tre
"Mucillosa dell'uovo" = la chiara dell'uovo

Due
"Andiamo a disordinare la neve" = andiamo a giocare sulla neve

Uno
"Sai come frenano le lumache?"
(segue performance esplicativa)

Le top 3 di Ale
Tre
"Puzzolino" = lo spazzolino del 2010 con cui si lava ogni mattina, chè l'igiene orale è importante

Due
"Putande" = con ogni probabilità si tratta del capo intimo indossato da Belen durante il 62° festival di S. Remo

Uno
"Tu sei la mamma?"
"Si"
"Ti voi bene"

martedì 6 marzo 2012

In verità vi dico, sono competitor

Lucio Dalla mi piace. Intanto perchè è un cantautore italiano bravo e io adoro i cantautori italiani bravi. Poi banalmente per le sue canzoni; da Gesù Bambino alla sigla dell'Anicagis le sue non erano mai note banali e sembravano essere uscite da sole. Arte senza autore. E così vivevo e ascoltavo, senza sapere altro di Lucio Dalla se non che - chissà perchè - aveva fatto il liceo dai preti della mia città (il San Pio X).

Ieri gli fanno il funerale. La Chiesa cattolica fischietta ipocrisia, il mondo gay (GLBTTM beta version) si scatena e ai giornalisti non sembra vero. Risultato? Muore un genio e seppelliscono un frocio.

A questo punto una domanda mi nasce spontanea: come mai quando la Chiesa e il mondo gay si incontrano volano sempre gli stracci? In scroll, azzardo una risposta.





Ratzinger e una drag queen nei loro sobri travestimenti

giovedì 1 marzo 2012

37. MIMMO CORNER < il tempo dell'amore >



Qualche giorno fa, incrocio la femmina in corridoio. Io puzzo e sono coperto di segatura. Lei ha il Roomba® in mano. Fuori bussa la primavera. È il momento giusto:

Io: "Ciuliamo!"
Lei: "Non essere anacronistico"

L'amore è una faccenda complicata e in continuo cambiamento. Di vero c'è che il primo non si scorda mai. E questo perchè lo riconosci tardi, troppo tardi... più o meno quando vedi lei che balla il tip tap sul tuo cuore. Ma forse per Mimmo sono ancora prove tecniche di trasmissione.

Voglio una donna
Io la amo, ma la femmina non mi vuole

Voglio una vita spericolata...
A scuola abbiamo anche provato a fare cose molto pericolose, ma le femmine non ci amano

Voglio le prove
Se sono innamorato, come mai il mio cuore non ha la freccia?


giovedì 16 febbraio 2012

I capelli viola di Nonna Bastarda

Uscita di scuola. I bambini corrono impazziti sulla neve fresca. Una nonna bastarda prende suo nipote per un braccio e comincia a strattonarlo via con violenza: "vergognoso, sta fermo, non si fa, vieni via, basta correre, vergognoso, smettila, vergognoso..."

Intanto Mimmo salta, urla, ride, guizza tra coriandoli di ghiaccio. Si ferma solo il tempo di impastare un po' di neve e scagliarla verso il nipote di Nonna Bastarda. Lo manca. Tondo e gelato, il proiettile sfiora i capelli viola di Nonna Bastarda che si gira imbufalita per un insulto misterioso e un'occhiataccia. Mimmo la guarda da due passi, ma non la sente e non la vede. Con un sorriso senza denti, la informa a squarciagola:

"LA VITAAAA È MERAVIGLIOSAAAAA..."

Il mondo si copre di bianco e Mimmo vede solo colori.

mercoledì 15 febbraio 2012

36 MIMMO CORNER < Champions Slip >

Mimmo è sempre stato il più fico dei 3. Ultimamente però ha perso colpi: gli son caduti i denti davanti e non crescono più. Quando ride - cioè sempre - sembra un vampiro. Un conte Vlad che ciuccia la realtà e la risputa a modo suo.

Papà, ho fatto un incubo
Che hai sognato?
Ho sognato di prendere un palo su un occhio
Non mi sembra granchè come incubo...
Erano 2 pali eh?

Se mi lavo i piedi 3 volte al giorno come i musulmani, quanti soldi mi dai?

Mi ha detto Papà che come lavoro lui fa le fusa

La Champions Slip*

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* Match internazionale di calcio tra 22 persone in mutande

lunedì 6 febbraio 2012

21. EDO CORNER < stak, stak, stak >








Edo: "Papà, tu conosci il mio futuro?"

Una coppia ha in casa un boa. Amato e viziato, quel boa è come un figlio e dorme in camera con loro. Una notte il boa fa una cosa strana: si mette parallelo al loro letto, si stira lungo lungo e comincia a sbattere la mandibola. Dopo un paio di notti di "stak! stak! stak!" la coppia va dal veterinario. E il veterinario svela l'arcano:

"Il vostro boa si sta preparando... sta prendendo le misure"
"le misure?"
"si... sta calcolando quanto lunghi siete"
"..."
"insomma... vi vuole mangiare"

L'amore che dai a un figlio non è mai ricambiato. Il rapporto è di 2 a 1. La natura sa quel che fa: ha bisogno di rincoglionire il cervello dei genitori per farli sopportare oceani di bave, muco, cacche, urla, capricci, ipotenuse*, emmifermoqui. La natura chiama quel rincoglionimento "amore" e l'ha inventato per garantire un futuro fico alle nuove generazioni. Ci sto. Lo accetto. Quello che vorrei sapere però è se tutta la fatica che faccio, alla fine, produrrà 3 omini a modo. No perchè se poi Edo va a fare il portavoce di Giovanardi... a che pro?

Portavoce
Ho ragione io perchè sono maggiorenne (rivolto a Mimmo)

Omino a modo
Non mi piacciono i cavalli, sono troppo ambiziosi

Portavoce
Mimmo: "Facciamo una corsa?"
Edo: "Vorrei, ma ho il singhiozzo"

Omino a modo
Mario Monti è il capo dell'Italia

Portavoce
Catechismo è uno sport?

Omini a modo
Edo: "La felicità si è estinta in questa casa"
Mimmo: "Dobbiamo riportare l'amore in questa casa. Dio vuole l'amore"

Portavoce
Mimmo, giudicando un Lego: "Bravo Edo, bel lavoro"
Edo: "Lo so... pura formalità"

* dicesi "ipotenusa" la posizione rigida e orizzontale che assume la schiena di un bimbo che non vuole sedersi sul seggiolino posteriore dell'auto. Urlante e viscido di sudore e lacrime, il bimbo che fa l'ipotenusa rende vano ogni sforzo del genitore di metterlo seduto. L'ipotenusa è un fenomeno che si verifica solo quando hai i minuti contati.

mercoledì 25 gennaio 2012

venerdì 20 gennaio 2012

34. MIMMO CORNER < è difficile >

"HAN DISTRUTTO IL BOSCO DI GIOIA
QUESTI GRANDISSIMI FIGLI DI mm!"

L'altra mattina mi sveglio col ritornello di Elio piantato nelle orecchie. Impossibile eliminarlo. Così me ne frego delle urla di protesta di Edo e lo canto a squarciagola in loop. Dopo 5 ritornelli, arriva in camera Mimmo. È in lacrime. Disperato mi fa: "Non mi piace che tratti male i bambini". Ormai lo conosco. Gli spiego che quando sarà grande capirà che "FIGLI DI mm!" non sono "bambini" ma "signori cattivi".

No, non è facile capire Mimmo. Compilare un "MIMMO CORNER" è impresa ardua. Mimmo parla tantissimo, ma dice cose tipo: "Papà, sai che io ho scoperto cos'è il 17, ma non posso dirlo o Dio si arrabbia" e quindi due sono i casi: o impiego la mia vita a decrittare il suo linguaggio o segno solo le cose comprensibili.
Ecco le cose comprensibili pronunciate durante e dopo le vacanze di Natale 2011.

La tv
Tra 20 anni ci sarà ancora Carlo Conti?

La casa
Le talpe sanno dove sono le radici delle case

Glossario
Bambù = moon boot per panda
Respirapolvere = aspirapolvere con filtro sporco
Filo di cervo = filetto di cervo (No, non sono contrario alla caccia)
"Sono in relaxy" = sono spiaggiato sul divano in versione sexy