sabato 19 agosto 2017

Il valore della libertà

“Ora papà vi racconta cos’è la libertà. La libertà è una cosa molto concreta che non capiamo finché non ci viene tolta. Vi faccio degli esempi. Immaginatevi di vivere in Corea del Nord: se uno di voi si mettesse a guardare un film straniero senza avere l’autorizzazione del governo, andrebbe in galera assieme a tutti i suoi familiari. Nel 1944 c’era la guerra e il coprifuoco. Sapete cos’è il coprifuoco?”

“No”

“Che dopo una certa ora, alla sera, non si poteva più andare in giro. A quei tempi, molti italiani sognavano di uscire di casa dopo il tramonto senza chiedere il permesso a nessuno. Libertà era uscire la sera. Ai tempi dell’antica Roma, se c’era la pace, i contadini - cioè il 90% della popolazione - erano liberi di coltivare i campi e vivere la loro vita senza l’angoscia di essere prelevati, armati e mandati a morire in qualche battaglia. Libertà era pace.”

Siamo in viaggio in automobile. Mi giro per vedere l’espressione dei miei figli seduti sui posti dietro. Silenziosi, stanno assorbendo tutto come spugnette. Decido di dare al mio racconto una pennellata di vita vissuta, così... per fissare meglio il mio capolavoro narrativo sulla tela. Mi sento molto padre, minchia.

"Vi dico tutto questo perché ho appena fatto un bancomat. E mi è venuto in mente che nella mia vita mi sono sentito davvero libero in 3 precisi momenti. La prima volta quando ho comprato la mia prima automobile: era una Y10 grigio topo che abbandonavo in giro per la città senza nemmeno chiuderla. I primi giorni, mi mescolavo con lei nel traffico e mi sembrava di avere le ali. Spesso partivo senza sapere dove andare per il gusto di muovermi e esercitare il mio diritto alla fuga. La seconda volta è stato nel 2000, quando mi hanno regalato il mio primo cellulare. Ero uno Startac Motorola che mi permetteva di parlare mentre guidavo, mentre camminavo, mentre ero in bici… una sensazione incredibile di potenza, sicurezza e onnipresenza. La terza volta è stato quando ho fatto il mio primo bancomat all’estero. Ero a Praga e ho cacciato la mia card dentro una banca di cui faticavo a leggere il nome. Quando quella banca barbara sputò esattamente le corone che avevo chiesto, sentii di avere il mondo in tasca...”

Sento il silenzio degli Spongebob dietro di me. Gli pneumatici masticano l’asfalto con precisione. Gli alberi sfilano davanti al parabrezza e sembrano inchinarsi al mio passaggio. Fiero, riassumo nella mia mente il senso di un racconto che, sono certo, resterà impresso per sempre nella mente dei miei ereditieri. Sintesi: essere liberi significa...

... possedere auto, cellulare e denaro...
Maporcadiquellatroia!