“Volevo darti un
follow-up sul semi-open brief delle shop guidelines …”
Smetto
di leggere il testo dell’email del mio collega. Tolgo gli occhiali chè, non si
sa perché, per immaginare il futuro gli occhiali si tolgono sempre. A naso
leggero, mi immagino tra 20 anni, sul divano del soggiorno, con un
abbigliamento che esporta pallini di lana in tutte le stanze e il gatto più
stronzo d’Europa sulle ginocchia.
Immagino
mio nipote che mi parla.
Non lo
sento. Apro la bocca, incartapecoro la fronte, cedo di lato col corpo e metto la
mano a conchetta nell’orecchio. Mi ripete. Niente. Non lo sento.
Mi
immagino di ruotare il tronco come un monoblocco di ghisa emettendo lamenti. Prendere
dal tavolinetto l’imbuto di corno di cervo, quello vicino alla scacchiera di
mogano, quello che uso per amplificare i suoni (no, mai amato la tecnologia io).
E mi immagino di infilarlo tremante nel padiglione del mio smisurato orecchio
floscio.
Ecco,
ora sento:
“Volevo darti un
follow-up sul semi-open brief delle shop guidelines…”
Lo sento ma non lo capisco. E così scopro che oggi, io vivo nel futuro.