giovedì 12 dicembre 2013

Calle del buso

Tra i critici di questo strepitoso blog, il più accanito è la mia donna. Stamattina ha fatto una dura recensione sul mio penultimo post

... Guarda che non mi sta per niente bene che scrivi le nostre cose sul blog

...

Ora scrivi anche come facciamo l'amore... saranno cazzi nostri no? E poi non è che ti limiti a raccontarne una, ne racconti due!

Guarda che ho scritto solo di quella volta dietro la duna di neve, le altre volte ciulavo con altre... mh... anche a te suona strana questa mia giustificazione?

E QUELLA VOLTA IN PIEDI IN UNA CALLE A VENEZIA?

...

...

...

...

Cara...

COSA?

Non eri tu e sopratutto... NON ERO IO!

Maiala in casa a parte, Venezia è magica!


mercoledì 11 dicembre 2013

Voglio essere un trombone




Il trombone a tiro è stato uno dei miei migliori amici per più di 20 anni. In quel tempo, per me è stato tante cose.

Strumento del fallimento, quando da bimbo il mio sciocco maestro mi disse che avevo un labbro troppo grosso per suonare la tromba e mi impose quell'enorme catafalco di ottone. Strumento della fatica, abisso di canneggi da lavare ogni giorno col vapore dei polmoni. Strumento-tubo, dove ogni nota è una conquista miracolosa e ogni volta non ti sembra di soffiarci dentro, ma che ci sia un'idrovora montata sulla campana che ti succhia l'anima. Strumento-protesi che parla a tutti della precisione delle tue labbra, dell'intelligenza delle tue orecchie, della tenacia del tuo diaframma.

Non suono più il trombone a tiro dal 2002. Oggi lo guardo coi sensi di colpa di chi ha abbandonato un parente all'ospizio. Un parente a cui vorrei somigliare come una goccia d'acqua.

Potente ma, se serve, elegantissimo:
Ole Holmquist – Summertime

... drammatico ma pieno di coraggio quando serve rendersi ridicoli:
Stravinsky, Igor – Stravinsky: Pulcinella Ballet in one Act - 18 Vivo

... gregario ma, se serve, leader naturale (e le trombe stanno a guardare):
John Williams – The Imperial March - Darth Vader's Theme

Un giorno andrò a riprendere il mio trombone dal sottotetto di casa. E il primo fiato che gli spingerò dentro sarà un lungo sospiro. Lui non mi perdonerà. Il mio trombone risponderà con tutto lo sdegno di un inesorabile suono di merda.

mercoledì 4 dicembre 2013

Freud di bassa lega

"Ma il grana è gay?"*
Mimmo

"Ormone" viene dal greco όρμάω, "mettere in movimento, smuovere". I greci, checchè ne dica la Merkel, sanno quel che fanno. E mi piace pensare che l'ormone (sessuale) abbia meritato quel nome in quanto principale artefice delle nostre più scintillanti figure di merda, delle nostre più memorabili cagate, delle nostre follie più creative. Se ho apprezzato la recitazione di Carmen Russo, Edwige Fenec e Nadia Cassini, se mi sono calato da una finestra di un palazzo del centro storico, se dopo un bacio ho centrato con l'auto un cassonetto dell'immondizia, se mi sono accoppiato dietro una duna di neve di una pista da sci, in piedi su una calle buia di Venezia alle 5 del pomeriggio, in un vagone passeggeri in corsa (di quelli senza corridoio, modestamente)... devo dire grazie solo a lui. Grazie ormone!

Oggi, da padre, mi sono convinto che sotto sotto, più che Impulse, ci sia ancora una volta l'ormone a segnare le differenze tra i tre fratelli.

L'ormone... cos'è l'ormone?
Ale, tu hai la morosa?
No
E ti piacerebbe?
No, perchè mi fa schifo
Perchè?
Perchè sono un maschio no?
  
L'ormone sta arrivando
Mimmo: "Mi piace il gatto che mi dorme qui perchè mi schiaccia il pisello"

L'ormone è arrivato
Edo: "Chi non ha pudore non ha amore"

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* traduzione mia: "papà, scusa, ma dal momento che la parola "grana" termina con la "a" ma ha l'articolo al maschile, significa per caso che il termine ha un orientamento sessuale da definire?"

venerdì 22 novembre 2013

33. EDO CORNER < barzellette >

Mimmo alla maestra: Papà di mestiere scrive battute su internet

Da me - come in casa Riina del resto - il padre rappresenta sempre il modello principe (e al momento unico) di riferimento. Per Edoardo, inventare battute è diventata ultimamente la sua missione di vita. Dopo aver passato qualche mese a studiare "Barzellette", "100 Spillature" e altri pronfondi libelli da stazione dei treni, ora si sente pronto per dedicarsi alla scrittura.
Eliminate robe tipo...

Come si chiamano 2 topi che fanno fatica?
Uno Egana e l'altro Pant.


... riporto, con malcelato orgoglio paterno, i 3 migliori e soprendenti frutti della sua ormai vastissima produzione di autore comico.

Dove prega il ragno? 
In moschea.

Cosa inventarono i Sumeri dopo la scrittura?
I numéri.


Cosa si prende a occhi chiusi?
Il sonno.

giovedì 7 novembre 2013

45. MIMMO CORNER < la sequoia non muore >

È stata brava la mamma a fare 3 figli.

Perchè?

Perchè se muoio io c'è Edo e Ale. Se muore anche Edo, resta Ale. Ed è un po' difficile che muoia anche Ale. Così Ale può fare figli e la famiglia va avanti.

Ho sentito dire che le sequoie giganti non muoiono mai. Altissime, possenti, hanno resine che rendono il loro legno inattaccabile dai parassiti. Le sequoie giganti si stagliano sui cieli scintillanti dell'America come eroi viventi senza tempo. Ma come tutti gli eroi, hanno un tallone di Achille. Le radici. Sono sterminate ma non profonde. Enormi basi semplicemente appoggiate sulla terra. Giganti dai piedi fragili. La dolce brezza che ci accarezza il viso quando alziamo lo sguardo ammirato su una sequoia potrebbe segnare l'inizio della sua fine. Da qualche parte ho letto che una delle forze più potenti da contrastare quando progetti un grattacielo - dopo il suo stesso peso - è la pressione del vento. Per quei grattacieli di legno, quella brezza è venticello sui primi rami robusti, è vento più in alto, gonfia le chiome come vele in tempesta in cima. Una forza che spinge, spinge, spinge… Un "momento" terribile. Un "momento" direttamente proporzionale alla forza e alla lunghezza del braccio. Dove la forza è il vento e il braccio, purtroppo, è il corpo stesso della sequoia. Lunghissimo. La statica è senza pietà e priva quei corpi immortali della loro qualità più preziosa, l'equilibrio. E così cadono. Seccano. Muoiono. A ben vedere, però, le sequoie giganti non muoiono. Cadono.

Io non so se tutto questo sia vero e, per una volta, lascerò Wikipedia stare. Ma la storia mi piace. E sarebbe bello poter disporre di altri mille aneddoti che mi diano manforte quando Mimmo mi chiede:

Dov'è zia Anna adesso?

Sarebbe bello avere mille prove provate per illudersi e illudere Mimmo che la morte è un incidente, che la morte non è inesorabile... Perché, in fondo, mi basterebbe solo questo. I bambini accettano che la morte capiti. Accettano perfino che capiti alle persone amate. Accettano che sia senza replica, senza quel "control zeta" che usiamo spesso nella vita per riportare le cose e le persone indietro. Ma quello che i bambini non accetteranno mai è che morirò io, la loro madre, essi stessi... che moriremo tutti. Questo è inaccettabile. E allora mi trovo inginocchiato davanti al suo lettino colorato, a balbettare cose astratte tipo "zia Anna continua a vivere nel tuo cuore", cose blande tipo "il ricordo di zia Anna non morirà mai", cose hollywoodiane tipo "zia Anna è in cielo".

Ma vorrei tanto potergli dire:

È morta perché non è stata attenta. È morta perché si è distratta. È morta perchè è caduta. 
Tu sei la mia sequoia gigante, Mimmo. 
Attento a dove metti i piedi, copriti bene e non cadrai mai. 
Tu no, amore mio.


martedì 29 ottobre 2013

Quel Schifoso

Cugina di mamma: cos'è?
Io: … un Kindle, ci leggi i libri digitali
Cugina di mamma: lo usi?
Io: Bè, ora sto leggendo un romanzo di D'Annunzio che…
Cugina di mamma: AH! NO 'STA PARLARME DE QUEL SCHIFOSO!


Il paradosso temporale che ho vissuto durante uno dei tanti pranzi di famiglia è presto spiegato: mia nonna, lato Del Gesso, era cugina di grado plurimo della Duse. In famiglia sono tutti schierati con Eleonora e D'Annunzio è conosciuto più come "quel schifoso" che come "Vate". Io invece, segretamente, l'amo. E amo l'ingenuità e la sincerità del periodo storico che lo vide star.

C'ero già stato a Gardone Riviera. Cercavo la targa dell'ingegner sanitario Cosimo Canovetti, uno dei mitici personaggi della mia amatissima tesi. A Gardone era morto e speravo che la pianificazione di Parigi e la dimostrazione della superiorità della spinta dell'elica nell'aria rispetto alla sua forza di avvitamento meritassero quantomeno una targa. Niente targa. Mi trovai invece davanti all'ingresso della casa di "quel schifoso", più nota come "Vittoriale degli Italiani".

Sei anni e due figli dopo, sono di nuovo lì. Mimmo legge a Edo una delle tante iscrizioni ai posteri. Finita la lettura, si rivolge sottovoce al fratello:

"Edo, hai pregato?"

Eggià. Il Vate non era noto per la sobrietà. Tra le sue mille nevrosi, la più spettacolare era certamente la mania di grandezza. Non serve visitare l'anfiteatro, il mausoleo, la nave da guerra, il lago, l'orrido, gli ettari e ettari di giardino, le infinite stanze della sua villa "Schifamondo" dai cessi blu... a parlare della sua mania mi basta la vestaglia da notte. È un saio bianco di cotone, dal taglio razionalista che all'altezza dei genitali ha un foro circolare. Grande. E sopratutto orlato da un ricamo d'oro. Ho ancora negli occhi il prezioso oblò del poeta guerriero, quando leggo:

"Io ho ciò che ho donato"

"Quel schifoso"... povera Eleonora... povera cuginetta... Lo sparuto drappello di turisti di cui facciamo parte, arriva alla stanza della scrittura. La porta è tanto bassa che ci dobbiamo inchinare. Era alto 1:58 (anche se diceva di essere alto 1:63), ma non è per ripicca brunettiana che ci fa abbassare. "Quel schifoso" vuole che ci inchiniamo davanti al suo Genio. Ascolto la guida:

Questa stanza si chiama L'officina. Qui D'annunzio studiava, sperimentava e creava le sue opere. Era un artigiano della parola e quelli sono i materiali e gli strumenti del suo lavoro. Pensate che inventò anche le parole "Vigili del fuoco", "Tramezzino", "Velivolo", "Ornella"…

Ornella, "quel schifoso"… Al centro della stanza c'è un busto. Non l'avrei notato se non fosse coperto da un piccolo fazzoletto, come quelli che usano gli scultori per non fare seccare l'argilla che stanno plasmando.

Al centro della stanza potete vedere un busto. Ogni volta che il Vate entrava qui dentro, lo copriva per non farsi distrarre dallo sguardo. È il busto della Duse.

E "quel schifoso" m'ha commosso.

lunedì 7 ottobre 2013

6. ALE CORNER < non aprire quella porta >

Aleeeee…

Mh?

Ci sei?

Si...

Gira la chiave forte forte...



Ale...

M?

Mi hai sentito? Gira la chiave forte forte, con le due manine

Dove?

Dalla parte dove ti sto bussando adesso… senti dove ti sto bussando?

Mhm…

Ce la fai?

Papà, senti come suono la fisarmonica…

Il suono di una inutile fisarmonica attraversa la porta della mia camera da letto. È una porta chiusa a chiave. Da fuori. Una porta che imprigiona me e il resto della mia famiglia. Ale ci ha chiuso dentro a doppia mandata. Ora, il moccioso avverte l'inebriante sensazione di potere. Sente di essere diventato, improvvisamente, un membro fondamentale del clan e si gusta tutta la feroce indifferenza che accompagna questo tipo di potere.

Come ogni domenica, anche ieri mi ero concesso quei canonici 30 minuti di sonno in più. Poi, come ogni domenica, il letto era stato assalito dai minori. Ieri l'assalto è avvenuto verso le 9.30 da una task force ridotta. Quando sento chiavare la porta, mi alzo di scatto con terrore. Guardo negli occhi Mimmo... cazzo, lui non è stato! Sollevo la coperta e sotto ci trovo Edo... cazzo, lui non è stato! A girare la chiave è stato Ale. Il più basso, il meno abile, il più sereno. Fingendo indifferenza, cerco di superare i decibel della fisarmonica con una voce paterna ferma e pacata. Dopo 10 minuti, faccio vedere a tutti quanto grossa è la mia giugulare e diafana la mia pazienza. Interviene la donna.

Ale, amore…

Mh?

Scendi le scale e prova ad aprire il portoncino di ingresso, sai aprire il portoncino di ingresso?

Cos'è il poltoncino?

Ordino con fare perentorio un lenzuolo alla donna. La donna mi chiede se lo voglio pulito. La insulto. Lo prendo e lo annodo sulla ringhiera della finestra. Quando sento lo scroto schiacciarsi sul freddo ferro della balaustra, realizzo che mi sto cagando addosso. Penso che sono vecchio. Penso che se avessi 10 anni di meno sarei già sospeso a 1 metro dal suolo, spavaldo come Superpippo. Con una pantofola in camera e l'altra sul davanzale bagnato, cerco nella stanza una scusa qualsiasi per non calarmi…. la trovo: Edo e Mimmo mi guardano terrorizzati da sotto le coperte. Mimmo: "ho paura che muori". Ritiro gambe, scroto e lenzuolo.

ALEEEE AMOREEEE...

CHE C'È?

HAI APERTO IL PORTONCINO?

Quale poltoncino?

Mi affaccio dalla finestra della camera nella speranza che uno dei vicini di casa percorra il vialetto comune. Piove. Cancello chiuso. Non passa un cane. Il mio gatto, invece, mi guarda come si guarda un coglione in pigiama. Miagola di astinenza. La sua dose di carne e gelatina drogata ha un ritardo non giustificabile in alcun modo. Ora sono le 10.30 di domenica. Cazzo, è domenica! La Santissima Domenica di Dio! Prego Dio che il mio vicino di casa preghi Dio anche stavolta. Mai messa potrebbe essere più utile all'umanità di quella di oggi.

ALE...

(silenzio)

ALEEEEE....

(silenzio)

ALE!!!!

Si?

(sospiro di sollievo di tutta la famiglia)

ALE, AMORE, LASCIA STARE IL PORTONCINO... VIENI SU A GIOCARE

Va beeeeeene

All'improvviso, la macchina del mio cattolicissimo e sordo vicino di casa attraversa il vialetto. In 4 iniziamo a urlare dalla finestra "SIGNOR ZETA! SIGNOR ZETA!". Da dentro l'abitacolo, il profilo monoespressivo del signor ZETA rimane come scolpito nella pietra. Il cancello si apre inesorabilmente. Mi fiondo sull'unico device disponibile della camera da letto: il citofono. Chiudo il cancello. Il signor ZETA lo riapre. Lo richiudo. Lo riapre. Lo richiudo… scendi cazzo! Scende. Urliamo disperati:

SIGNOR ZETA!

….

SIAMO QUI SIGNOR ZETA!



CI VENGA A SALVARE, LA PREGO, SIAMO CHIUSI A CHIAVE IN CAMERA E C'È UN BAMBINO DI 4 ANNI CHE SI AGGIRA SOLO PER CASA!

Ma io devo andare a messa...







Ok, senta, potrebbe andare a chiamare sua moglie che le dobbiamo comunicare una cosa importante?

Dieci minuti dopo, la moglie del signor ZETA ci libera. Ale chiede se per caso ha fatto qualcosa di sbagliato. La donna gli risponde che un bambino può fare un po' il cazzo che gli pare e che la colpa è tutta del papà che ha lasciato le chiavi delle porte di casa attaccate alle serrature.

Ah si?


Tutti all'IKEA!

martedì 1 ottobre 2013

44. MIMMO CORNER < le 3 leggi >

Se hai un figlio che viaggia nelle "intornanze"* della scuola primaria, nel corso di un anno saprà spiazzarti almeno un paio di volte. Anche mio figlio Mimmo sa spiazzarmi almeno un paio di volte. Al giorno però. Perchè? Immagino che per rispondere sia necessario rovinarsi gli occhi su libri corposi, che non fanno ridere e privi di figure. Non vorrei togliere tempo a Youporn e quindi rispondo al mio solito, un po' così... ad minchiam... o, se suona meglio, sulla base delle osservazioni dirette che ho condotto sul campo, sul giardino, sul tinello, sul soggiorno, sui letti... a proposito... devo andare all'IKEA a comprarne due che sono cresciuti e non ci stanno più con i piedi... vabbè.

Per me tutte le frasi ragionate di Mimmo, Ale e Edo seguono 3 leggi bronzee:
LEGGE 1: confondono l'assoluto con il relativo.
LEGGE 2: usano male la fifa. Esempio: sono terrorizzati dalla vasca da bagno, ma si tuffano di testa tra le turbine delle centrali idroelettriche. Esempio: Mimmo teme di farsi la doccia e per questo non vuole fare rugby. Questa paura si sta mettendo di traverso tra le mie legittime aspettative di padre e la sua conquista del torneo delle 6 Nazioni.
LEGGE 3: applicano scorciatoie mentali. Al ragionamento che porta via tempo alla Wii, preferiscono frasi fatte, razzismi beceri, generalizzazioni da Giovanardi, sincerità senza vergogna, copia e incolla, sentito-dire o polemiche sterili e francamente irritanti tipo "ma papà, l'avevi detto tu!".

E ora vediamo di ficcare a forza tutte le cose che mi sono segnato su Mimmo in questi giorni dentro le 3 leggi così dimostro che ho ragione e vado a fare pausa pranzo sereno:

LEGGE 1 - Confondono l'assoluto col relativo
Dio, patria e compleanno
Sto ammirando la cappella di una chiesa. Mimmo si avvicina e mi racconta le operazioni che ha fatto con Edo davanti alle candele votive: "Edo ha messo una monetina. Io ho cantato l'Italia s'è desta e ho soffiato"

Di destra
Io: "Che vuoi fare da grande?"
Mimmo: "Non il pittore che mi danno 50 centesimi"*
* prezzo medio con cui vende alla nonna i suoi disegni

La Coop sei tu
"Non voglio fare il venditore perchè quelli della Coop li vedo seri."

Il ministro sono io
"Ho una nuova maestra che non mi piace. Non pagarla più!"


LEGGE 2 - Usano male la fifa
Minaccia?
Edo: "Mi piacerebbe fare calcio"
Mimmo: "Guarda che poi devi andare in Spagna eh?"

Spaventato?
"Ma quando tu morirai sarai sempre mia mamma?"


LEGGE 3 - Applicano scorciatoie mentali
Sentito dire
Io: "Chi sa la differenza tra un'alce e un cervo?"
Mimmo: "L'alce è tutta marrone e ha la campanella"

Copia e incolla
"Mamma, mi prometto che per 4 mesi non farò più videogiochi?"

Sincerità senza vergogna
"Mi piace il gatto che mi dorme qui perchè mi schiaccia il pisello."

Visto? Avevo ragione...

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* Edo Copyright

venerdì 20 settembre 2013

Cose sfazzuse 2


Secondo diario minimo sulla vacanza in Sicilia. Questo è fatto di scatti fotografici e citazioni. Due cose:
1) "Scatti" è la parola giusta. L'iPhone, snello e umile, riduce la fotografia a scelta. Pura scelta. Con buona pace dei seguaci di Ansel Adams (brutta gente, peggio degli appassionati di motori).
2) Se, girando per il trapanese, ti cade a terra la macchina fotografica, al 90% ti viene una cosa così:


Bello? Troppo. La foto del bello la sento sterile. La foto del bello è un tiranno che mi impone di dire banalità. "Ti piace?" "Bello!" Non parla di vento, di caldo, di odori, di fatica... Parla solo ai miei stupidissimi occhi. Così, agli scatti del mare trapanese, preferisco quelli che mi danno più calorie.


Rifiuti
Edo: "Chi ha riempito la mia cartella di pattume?" (si, Edo dice "pattume", ndr)

Divani e divani, Palermo

Barocco on the road, Palermo


Vendesi, Palermo


Paura
Mimmo: "Andiamo a vedere le catacombe?"
Edo: "No, fanno paura... è pieno di mummie. L'ho visto in quella trasmissione dove c'è il tipo che somiglia a papà" (cioè Alberto Angela, ndr)



 L'urlo, Erice


 Stupore, Palermo


Tronco che ruggisce a una palma, Trapani



Un film incredibile, Marsala


Luoghi di cibo
Mimmo: "Quando sono nato mi ricordo che siamo andati tutti al bar"

Mimmo: "Il melone giallo mi piace, ma mi piace anche quello con l'altra corazza"


Incrocio, Palermo


"Life", Palermo

Ficurinnia, Palermo


A morte il tiranno!
Io: "Edo, vai a letto!"
Edo: "Io, a questo punto, direi di no"

Io: "Cosa volete in eredità da me?"
Edo: "L'iPhone"
Mimmo: "Te scheletro"

Regime illuminato, Marsala


Gli irriducibili, Palermo


 
Gli irriducibili, Palermo

I pentiti, Erice

 
Fuggire la realtà
Io: "EDO SCUSA MA DOVE CAVOLO ERI FINITO???"
Edo: "... ho visto confusione in pizzeria e ho deciso di defilarmi" (si, Edo dice "defilarmi", ndr)


Fughe, Palermo



Perchè?, Paradiso di Custonaci

The end
Mimmo: "Basta iPhone adesso. Andiamo a ridere!"

venerdì 13 settembre 2013

5. ALE CORNER < Cose sfazzuse 1 >















Settembre di ferie in Sicilia. Provo a dormire a Palermo. Ci riesco a Buseto Palizzolo e Purgatorio di Custonaci. A Palermo i palazzi hanno ancora le ferite di antiche esplosioni, tremende e bellissime: aspettano solo la mano innamorata di un grande architetto. È una città dove il lusso domina da sempre e oggi guarda i turisti con distacco, impegnata com'è a vivere e sopravvivere. Nell'entroterra di Trapani, invece, i turisti sono cosa nuova. Chi arriva lì, la trova pulita, ingenua, magnificamente impreparata. Certi panorami mi ricordano la Toscana. Ma cani molto molto randagi, impastati di terra, abbattuti dal sole e dalla digestione misurano gli anniluce di distanza tra me ora-qui e Siena. Erice, altissima città di Venere, domina una terra a cui basta una goccia di pioggia per scatenarsi e una goccia d'acqua santa per scatenare la devozione degli abitanti. Tutte le chiese sono aperte h24, causa fede. Tutte sono coperte di tarsìe di marmo, coralli e pietre preziose chè qui i condimenti son cosa seria. Spesso nel backstage dell'altare o nelle navate laterali trovo antiche sculture di legno, pronte per essere coperte d'oro e banconote in processione. Le banane e i datteri scalpitano per maturare. Compro cestini di palma nana, riempio l'auto e lo stomaco di melloni gialli. Sono sicuro: il retrogusto di capra dei cannoli, di midollo d'erba dei fichi d'India e la puntualità svizzera con cui soffia il vento sono tutte cose sfazzuse che mi mancheranno molto.  
Cose sfazzuse a cui Ale ha aggiunto le sue.

Andata in aereo: le prese d'aria
Da lì esce la Befana?

Festa di compleanno
Scusa Mimmo, ma il cielo quanti anni ha?

Festa di paese
Papà: "Ale, sai dove andiamo adesso? Andiamo alla festa del paese..."
Ale: "E come fa il mondo a soffiare sulle candeline?"

Festa rimandata
Ale: "Papà, mi dai l'Iphone?"
"No"
"Non è una risposta"

Risate nella notte
Sento Ale che ride e sogna. Quando si sveglia gli chiedo perchè.
Ale: "Era un sogno di Pongo"

Lacrime nella pioggia
Aaahhhh.... Edo mi ha buttato un po' di pozzanghera in un occhiooooohhh

Ritorno in aereo: i cartelli
Cosa vuol dire quello? Vietato morire?

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Breve glossario
"Anocorni" = unicorni dalle mucose acuminate
"Lucidonte" = rinoceronte sudato
"Mucca" = grossa mosca
"Bustino" = postino che predilige portare le buste

martedì 27 agosto 2013

L'ape operosa

Dario dormiva in cameretta. Un mostro lo imprigionava in un incubo. E così dormiva e piangeva, piangeva e dormiva... Il suo pianto svegliò un'ape. L'ape era operosa e così s'infilò sotto il portone d'ingresso, sorvolò le scale, s'infilò nel buco della serratura della stanza e cercò di svegliare Dario ronzandogli sull'orecchio. Ma Dario dormiva e piangeva, piangeva e dormiva. Allora l'ape operosa aprì la finestra della stanza, s'affacciò e urlò alla fontana della piazza:
"Sveglialo tu!"

Ma la fontana non aveva abbastanza acqua per scrosciare col fragore di una cascata. Così l'ape operosa volò fino in campagna. A suon di pungiglione, portò una pecora in paese, fin sotto la finestra della stanza di Dario:
"Sveglialo tu!"

Ma il belato era un belato e Dario continuò a dormire e piangere, piangere e dormire. All'improvviso la pecora si ricordò di una storia che aveva sentito da agnello e la raccontò all'ape operosa:
"Mia nonna mi raccontava che tanto tempo fa i nostri avi furono usati da Dio come simbolo di salvezza umana"
"Cos'è la salvezza umana?" chiese l'ape operosa
"Non lo so, ma so chi è Dio. Come tutte le persone buonissime, è un signore che si arrabbia facilmente ed è sopratutto potente. Molto potente. Fa capitare le cose"
"Tutte le cose?"
"Tutte tutte"
"E dova abita?"
"In cielo, oltre le nuvole"

Così l'ape operosa prese una gran rincorsa e cominciò a volare nel cielo. Su, su… sempre più su. Attraversò le nuvole così veloce che non riuscì a evitare un grande triangolo d'oro che un signore portava in testa. Lo centrò con una zuccata e finì lunga distesa. Ma l'ape era operosa e non aveva tempo di svenire. Così chiese al signore:
"Chi sei?"
"Chi sei tu..." le rispose irritato
"Io sono un'ape. Cerco Dio" 
"Ah! Finalmente qualcuno che si prende la briga di venire fin qui senza tante chiacchiere. Tu sì che hai fede!"
"Non è fede. Sono solo operosa"
"Lo so bene, t'ho creato io. Io sono Dio"
L'ape era stupefatta. Ma aveva poco tempo e andò al sodo anche con Dio:
"Per piacere, puoi svegliare Dario? È un bimbo che…"
"So tutto"
"Ah, già..."

L'ape operosa capì e non disse più nulla. Dio si avvicinò ad un grande bancone bianco su cui stava una cassa per i pagamenti e disse: 
"Tu mi piaci e meriti che la tua preghiera sia esaudita in maniera speciale. Dario si sveglierà e non ci sarà alcun prezzo da pagare. Stavolta offro io!"
Detto questo, tirò fuori il suo bancomat e lo strisciò in una fessura della cassa. Subito, il pavimento di nuvole diventò nero e iniziò a tuonare. Dio urlò all'ape: "Ora vola! Torna sulla terra!"

L'ape operosa scese in picchiata. Attraversò mille nuvoloni sempre più neri e minacciosi. Arrivò tutta bagnata. A terra era iniziato un temporale strano. I fulmini illuminavano a giorno, ma erano tutti colorati come fuochi d'artificio e tutti profumati come di vaniglia. Nessuno di loro poi toccava terra.
Il più forte fulminò il mostro dell'incubo. Dario si svegliò. Il bimbo ci mise un po' prima di capire di essere libero. Ora finalmente stava bene.
Sul comodino, profumata di vaniglia, si asciugava un'ape operosa. 


Sinossi: Il Destino
Testo: Giangi
Immagini: Story Cubes, generatore di storie a dadi



venerdì 2 agosto 2013

Caricaaa!

Sono sempre stato un fervente patriota. Fin da piccolo. Ero il partigiano infangato che, armi di legno in pugno, si lanciava di corsa sugli orti gelati di mio padre col fedele cane "Dog". Urlavo "caricaaa!" e immaginavo nazisti e fascisti in fuga. Inventavo le mie Olimpiadi, costruendo aste, dischi, lance, archi che saltavo, lanciavo, usavo per conquistare quante più medaglie d'oro possibili per il mio paese. Modesto a scuola, ero un bomba in storia. Il migliore della classe. Il Risorgimento io non lo studiavo, io lo vivevo in prima persona. Sfogliavo le pagine e mi trovavo coi primi italiani dietro le barricate delle nostre bellissime città. Combattevo borboni, ungheresi, croati, spagnoli, svizzeri, austriaci... Radetzky, fottiti tu e "l'espressione geografica" da cui provieni. Alla seconda fase dei mondiali dell'82 ero al mare. Quando Paolo Rossi segnò il secondo vantaggio, dovetti uscire di casa per scaricare una tensione che mi divorava. Camminavo verso il mare e intanto pregavo la mia preghiera laica per l'Italia del calcio. Non mi ero accorto di camminare sul molo. Mi sono fermato a pochi centimetri dall'acqua, mulinando le braccia per evitare un incredibile tuffo da vestito. Al ritorno ho girato la maniglia della porta e il mondo è esploso attorno a me: Italia-Brasile 3-2. Forza Italia. FORZA ITALIA!!!

Ieri accendo la tv. Un anziano signore del sud, toga nera e pendente dorato sulla spalla, legge una sentenza. Piccoli colpi di tosse tradiscono tutto il suo nervosismo, tutta la sua sofferenza. Il signore decreta che Silvio è pregiudicato. La legge è uguale per tutti. Anche qui, nel mio stupendo, levantino paese.
Un'ora dopo sono al cinema. Dopo poche scene de "La migliore offerta", commosso, inizio a ripetermi: "Dobbiamo essere orgogliosi di questo film...". Fotografia strepitosa, budget e produzione da Hollywood, cast internazionale per una gestione italiana (regia Tornatore), una poesia italiana (musiche di Morricone), idee italiane (storia di Tornatore) e location italianissime (tra Trentino, Friuli e Lazio). Alla fine dei titoli di coda, scopro che c'è anche il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali. Un sorriso patriota mi si stampa sul viso e mi accompagna fino a casa.

L'Italia è impestata di virus, ma è un paese antico, colto, complesso con anticorpi naturali evoluti. Oggi ho il petto gonfio d'orgoglio nazionale. Oggi ho 12 anni, sento gli occhi di "Dog" sui miei e sono pronto a lanciarmi sugli orti gelati del mio paese. "CARICAAA!"


Spezzone mitico da "La meglio gioventù": Giordana-Tornatore 1-1.

lunedì 29 luglio 2013

43. MIMMO CORNER < caldo >

Siamo di ritorno. Ale è dietro che consuma un sonno inquieto. I due fratelli sono restati in montagna con la nonna. Attraverso i vetri scorgo un tipo che pedala in mutande. In tangenziale ne sfioro un altro a torso nudo, asciugamano da spiaggia in spalla e infradito... ha l'aria di chi ha appena seppellito la moglie. Termometro e orologio spiegano tutto: 29°, 21.30 P.M. Ogni anno regala sempre un paio di giornate calde come quella di ieri. E allora ti trovi a dare i numeri e inseguire il fresco fino a 2.000 metri.
Ripensando alle uscite recenti, era certamente il cervello di Mimmo ad avere più bisogno di fresco. E con una certa urgenza.

Che dici, andiamo in montagna?
Ale: "Ho visto Gesù!"
Mimmo: "E perchè non hai pregato??? Se lo vedevo io dal vivo, pregavo"

Ok, andiamo in montagna!
Mimmo: "Gli angeli custodi hanno i muscoli?"
"..."
Mimmo: "No perchè ieri è caduta una stella e me n'è apparso uno a casa che li aveva grossi così..."

In viaggio...
Mimmo: "Ma perchè mi avete chiamato Marin?"
Genitori: "Marin è il cognome. Il cognome non si dà, viene automatico"
Mimmo: "Peccato, volevo chiamare mio figlio Sebastiano De Gasperi..."

In bosco...
"I miei sentimenti mi dicono che qua sotto c'è un diamante."

In sagra...
"Dobbiamo ricordarci di questa sagra! È Fantastica! Gli gnocchi non scottano: te li soffiano!"




Mimmo scrive sul vetro della mia auto: "Leggi 3 v(olte) p(agina) 40"

mercoledì 3 luglio 2013

32. EDO CORNER < la pagella >

Le maestre hanno consegnato la pagella di Edo con espressione durissima e gelida. "Quest'anno è stato un disastro". Confermo: quest'anno è stato un disastro. Il primogenito odia la scuola. Ogni mattina piange e prega che ci sia sciopero o elezioni anticipate. Libri e quaderni sono incartapecoriti da lacrime e cancellature nevrasteniche. Adesso Edo è al mare. In vacanza, è tornato ad essere l'amabile intellettuale in pensione anticipata che adora chiacchierare in serenità, leggere libri, criticare il cibo gratis, intrattenersi in sobri momenti ludici e circondarsi di amici raffinati. Intanto, a casa, il padre procede severamente con la lettura della pagella:

"... Edoardo non ha dimostrato finora un atteggiamento responsabile..."

Mi fermo. Qualcosa non torna. Penso che un bimbo della sua età abbia tutto il diritto di essere totalmente irresponsabile. E sopratutto penso che Edo questo "problema" non ce l'abbia. Mentre stringo in mano la pagella più del dovuto, mi viene in mente quando, dopo 20 giorni di scuola, la stessa maestra mi prese in disparte per dirmi preoccupata: "Ma suo figlio parla? No perchè sta sempre muto". Chiudo gli occhi e faccio mente locale sulle ultime uscite di Edo...

Edo, guardando Scooby Doo:
"Adoro il genere horror"

Edo, giocando a pallone, dà sfoggio di grammatica:
"Pensavo che steste scherzando"

Edo, litigando col fratello:
"Mimmo, sei un impiastro!"

Edo, dopo avere sentito una delle mie stronzate:
"Sei serio o sei Gianluca?"

... questo qui sarebbe un bimbo irresponsabile con scarsa proprietà di linguaggio?

Così, nel weekend, vado a fare visita a Edo nella "sua" tenuta al mare. Mano nella mano, guido le sue infradito di gomma fin sulla sabbia tiepida. Ci sediamo su una sdraio e iniziamo a chiacchierare...

Edo, è arrivata la pagella
SI? E... E MI HANNO PROMOSSO?
Ti hanno promosso...
EVVAI!
...
...

Il sole basso fessura i nostri fascinosi occhi di famiglia. Il tramonto avvampa la pelle vellutata dei nostri volti intelligenti e aperti. Io guardo Edo. Edo (stronzo) fissa il mare. Sento che è il momento per una frase forte e rischiosa. Una di quelle frasi che un padre non dovrebbe mai dire al proprio figlio. Una frase però che Edo merita.

Edo, guarda che la scuola non è tutto eh?
Ah, papà... queste tue parole mi rasserenano.

giovedì 20 giugno 2013

Ma non ti sei rotto i coglioni?



Rientrando a casa, passo davanti ai locali della piana veneta. C'è un sacco di gente che beve e parla e ride. Adoro il bar. Ma in questi giorni cresce in me la voglia di tornare indietro, parcheggiare come Jake dei Blues Brothers, scendere e dire al primo malcapitato: "ma non ti sei rotto i coglioni?". Delle chiacchiere, degli spritz, delle donne tirate, dei maschi in apnea, dei profumi che coprono tutto... non ti sei rotto i coglioni dei chefaistasera?, weekendalmare?, dei fingers food, dell'app, della Serie 4 Coupè, di Giorgio Miticogiorgiocazzo!, di Marta Cheglifarestiamarta?... Perchè non te ne vai a casa? Perchè non ti innamori? Perchè non abbracci tuo padre? Perchè non chiedi scusa? Perchè non dici "ti amo"? Perchè non fai un figlio, pianti un albero, scrivi un libro?... maledetto cagasotto, spegni quel sorriso, posa quel bicchiere e va a fare l'uomo! Nudo cazzo! Nu-do! Nu-do! Nu-do!

Ora tutti mi guardano. Il bar è terribile, silenzioso e fermo. La mia spina dorsale è ghiacciata. L'imbarazzo mi perla la fronte. Grazie a Dio qualcuno prende a pugni il mio occhio. Mani pietose mi sbattono fuori...

Non so che mi piglia ultimamente.

Questo post è una lacrima nella pioggia.
È tempo di venerdì.

lunedì 10 giugno 2013

4. ALE CORNER < il Trio Mialedo >


"Compio gli anni a junior" (Ale)

Da coala di mamma, callipigio per palpeggi antistress, materia grigia da scolpire a baci, piagnone, piscione, cagone... Ale, fresco fresco dei suoi 4 anni, finalmente dimostra di sragionare in piena autonomia e di meritare un posto nel gruppo dei fratelli. Signori e signore, ecco a voi il Trio Mialedo!

Atto Primo
--------  Un padre attempato  --------

Ale
Ale: "Che fai?"
Io: "Mi taglio la barba"
Ale: "Vuoi diventare giovane?"

Edo
Papà, quando eri piccolo c'erano le carrozze?

Mimmo
Papà, quando eri in guerra c'erano le catapulte?

Atto Secondo
--------  Il compleanno  --------

Edo
Mimmo: "Ho esprinto 2314 volte un desiderio ma non si è mai avverato"
Io: "Che desiderio è?"
Mimmo: "Diventare un supereroe"
Edo: "Con l'alito che hai..."

Ale
Madre: "Ale, oggi non vai all'asilo, vai dalla nonna"
Ale sconvolto: "So... sono diventato grande?"

Atto Terzo
--------  Jonesco ci fa una pippa  --------

Mimmo
Darth Fener aveva la borsa del computer?

Ale
Le femmine non hanno il pisello. Ce l'hanno dietro.

Mimmo
Michael Jackson è morto perchè era nero e voleva diventare bianco come tutti noi e così ha usato i coloranti.

Ale
Ale: "Edo è mio papà"
Io: "Scusa ma se Edo è tuo papà, chi sono io?"
Ale: "Mio figlio"

Mimmo
È più forte un'anguria o una gallina?

Ale
Finale drammatico: il naso di Ale viene soffiato e il protagonista scoppia in lacrime: "Ridatemi il mio mucoooo...."

--------  Fine del Terzo Atto e della commedia  --------

mercoledì 22 maggio 2013

Tutto bene, son disperato.

"Trofeo" viene dal verbo greco "trefo" che significa "volgo", "torno indietro". Era il punto in cui il nemico, durante una battaglia, volgeva le spalle e si dava alla fuga. Nel punto esatto in cui il nemico attestava la superiorità dei Greci, i Greci erigevano monumenti di pietra e di parole.

Quando un imperatore sconfiggeva un popolo o annetteva una nazione, passava trionfante con tutto l'esercito sotto un arco di marmo. Era il massimo dell'onore. Ma i Romani - attenti alla sfiga - solo per quel giorno, davano ai veterani il diritto di mettersi ai lati del percorso e di insultare con libertà il loro imperatore. La chiamavano "aiscrologia apotropaica". Ma più che con la parola "scaramanzia", ha a che fare col concetto di "presa di coscienza". I veterani avevano il compito prezioso di ricordare all'imperatore, proprio nel momento del massimo trionfo, che basta un niente perchè tutto cambi.

Ieri, 10 giorni prima di Edo e Mimmo, anch'io ho fatto la mia recita. Donna, mamma, fratello, cugino, figli, amici e un vasto pubblico di donne, mamme, fratelli, cugini, figli, amici hanno applaudito me e i miei compagni. Nulla di che. Pubblico facile. Eppure stamattina non sto bene. Dopo la preparazione, lo stress dell'attesa, il "merda! merda! merda!" urlato dietro le quinte dai veterani, la fatica della performance... dopo tutto questo, in me s'insinua la disperazione. L'ho sempre provata 'sta cosa. Al lavoro, alla fine di un progetto che mi assorbiva l'anima. All'Università, dopo il 30 e lode nella mia materia preferita. Quella di stamattina è esattamente disperazione. Nel punto in cui dovrei erigere felice il mio monumento di gioia e soddisfazione, sento le mie gambe mescolarsi a quelle in fuga dei nemici. Proprio quando sto per raggiungere l'ombra dell'arco trionfale, mi ritrovo dentro le armature di cuoio dei veterani che insultano. Forse c'entra Freud, forse è normale, forse sono capricci da prima donna... Resta che stamattina sono tecnicamente disperato. E l'ultima cosa a cui vorrei rispondere è: "come è andata?"

venerdì 17 maggio 2013

31. EDO CORNER < venerdì 17 >



Venerdì 17 non c'entra. Edo ha sempre quella faccia. E inizia a preoccuparmi. Non studia, non mangia, frigna, mente, ruba iPhone, insulta i fratelli, li mena, dimentica tutto... Mi son detto che le persone intelligenti sono sempre più complicate degli altri perchè percepiscono di più e vedono da punti di vista diversi. Forse lo snobismo altro non è che un escamotage consolatorio inventato da chi, fin da piccolo, non veniva capito dagli altri... non capiva gli altri... si sentiva solo, forse...
IO NON SOPPORTO PIU' QUEL MOCCIOSO!

Leggero
"Papà, ma tu sai chi sei?"

Simpatico
Io: "Edo, tu ami tuo padre?"
Edo: "Non sono gay"

Amabile
"Mimmo, farai la fine di Oezy*"

Sportivo
"Papà, ma tu segui il biliardo?"

Io: "Edo, che sport vorresti fare il prossimo anno?"
Edo: "Boowling?"

Studioso
Io: "Edo, vedi? A Spongebob** piace andare a scuola..."
Edo: "Perchè è scemo"

Cinefilo
A colazione, Edo terrorizza i fratelli raccontando la scena di un film sfuggito alla censura genitoriale.
"Ho visto un film che faceva paura: Mosè. C'era una scena dove i bimbi venivano buttati nell'acqua coi coccodrilli e l'acqua diventata rossa..."
Mimmo, occhi sbarrati, comincia a piangere. Ale smette di abboffarsi... è un chiaro segnale che è bloccato dal terrore. Guardo malissimo Edo nella speranza che capisca e ingrani la retromarcia. Capisce e sorseggia perfido il suo latte. Cerco di placare le urla di Mimmo.
Io: "No Edo, dai... è solo un film. È una storia che non è mai esistita..."
Edo: "No, no... son cose vere, eh?"
Io: "EDO, SMETTILA!"
Con calma, Edo mi tira a sè e mi sussurra:
"Sto cercando di introdurre del dramma..."

---------
* la più vecchia mummia umida del mondo ritrovata sul Similaun
** personaggio dei cartoon che, come tutte le spugne, è senza cervello

venerdì 19 aprile 2013

Stagione di post e spostamenti

Il tempo di questa primavera ha fatto talmente schifo che non avevo voglia di postare nulla. Ora il sole ha deciso di fare il suo lavoro e con la primavera, m'è tornata la voglia di ricordare.

Giornata FAI 
 Edo, entusiasta: "Oggi è la giornata File?"

Si va a Villa Pisani a Stra'?
Mimmo: "C'è anche il labirinto col Mimotauro?"

Si va a Roma? (1)
Mimmo: "Papa Francesco non mi piace tanto. L'altra volta ho sentito che ha detto: "UCCIDETEVI!"

Si va a Roma? (2)
Mimmo: "Io non sono un Grillino. Sono un Bersanino."

Si va a est?
Ale: "Voio andare a Verogna."

Ok, si va a nord!
Sull'acqua del lago di Santa Croce si specchiano, sparute, le luci della microbica Poiatte. Mimmo, dal finestrino, vede cose che noi umani...: "EDO! EDO! GUARDA! LA VEGA!"

lunedì 15 aprile 2013

Vado in estro ad agosto

Vado in estro ad agosto. È in quel periodo che tendono a fecondare femmine. Per questo, tendo a produrre arieti. Di 5 che siamo in famiglia, 3 sono arieti. Ale è l'eccezione ma l'occhio azzurro e il capello biondo mi ha convinto che non è mio, quindi la regola resta salva: vado in estro ad agosto. Per me dunque aprile è periodo di compleanni. E tra progetti, preparativi e eventi vari, colleziono regali. Verbali ovviamente.

Al ristorante
Mimmo: "Mmmh... queste polpette sono un centimetro più buone di quelle della nonna. Diamogli 10 euro!"

Il regalo
Mimmo: "Papà, un giorno andiamo su www nonmiricordo.com che lì c'è il mio giocattolo preferito"

Prepariamoci
Io: "Edo hai tagliato i capelli?"
Edo: "Si, la nonna mi ha portato dai cinesi"
Io: "A Mestre?"
Edo, con fare da stronzo: "no, in Cina"

venerdì 12 aprile 2013

30. EDO CORNER < pasquale >

Film pasquale
È un film sugli alieni invadenti

Vestizione pasquale
Ho i pantaloni con la cerniera protestante

Influenza pasquale
Sono stato dal dottorino laringoiatra

Lite pasquale
Mimmo, ti do un calcio sulle privacy

Balla pasquale
Sai che c'è gente povera che dorme sulle seggiovie? L'hanno arrestata!

Un racconto pasquale
Chiudo con un racconto. Siamo in montagna da mia mamma. Truculenta com'è, la simpatica vecchina approfitta della neve che ci blocca in casa per raccontare uno dei suoi aneddoti horror. Protagonista il mitico Mario: Mario il cacciatore. I figli ascoltano senza fiatare. Un silenzio terribile avvolge la stanza.

Nonna: "Mario il cacciatore va nella sua casetta in mezzo al bosco col suo cane lupo. Ma il cane è inquieto: comincia a ringhiare, abbaiare, a tirarlo per i pantaloni. 

...
(da dietro la finestra, sento i fiocchi di neve schiantarsi a terra)

Nonna: "Allora Mario il cacciatore capisce e lo segue. Il cane lo porta dove il bosco è più fitto e buio, fin dietro un cespuglio. Lì... indovinate cosa trova?"

...
(sento il fuoco che pompa furioso dentro la stufa)

Nonna: "... Mario il cacciatore trova il cadavere di un cerbiatto. Era stato sbranato. Forse da un orso, chissà! Pensate che gli mancava addirittura la testa!  Ma non finisce qui..."

...
(mamma... facciamo che finisce qui???)

Nonna: "La sera dopo, Mario il cacciatore torna nel bosco. Ma quando va dietro il cespuglio per rivedere il cerbiatto... il cerbiatto era SPARITO!"

A quel punto Edo, realizza che è Pasqua e urla incredulo:

"ERA RESUSCITATO???"

venerdì 5 aprile 2013

Nono Paetta


Ok, questo è un post da vecchio. Ieri ho compiuto 45 anni (Madonna che vecchio che sono). Tant'è, procedo...

Il Nonno Vigile che per anni ci ha fatto attraversare la strada iniziava da uno sguardo. Fissava l'auto in avvicinamento con truce cipiglio, sollevando leggermente il viso. L'auto lo notava, arrossava il culo, rallentava. Subito le dita si serravano attorno al manico della paletta. Un guizzo segreto, diverso da quello successivo del braccio. Un braccio che si alzava come un sipario e diventava punta di un tremendo compasso, perno del corpo di tutti i vigili urbani del mondo. Nonno Vigile occupava il centro di quel mondo, sprizzando tutto attorno responsabilità, certezza, volontà di dominio. Davanti a quel Laocoonte, stavolta il serpentone del traffico piegava le sue teste metalliche e fumava rabbia. E noi mortali, finalmente fieri di essere pedoni, attraversavamo la strada liberando il nostro sguardo sereno e stronzo sopra lo scintillìo di quei cofani furiosi... (Madonna che vecchio che sono...)

Un giorno il Nonno Vigile sparisce. Al suo posto arriva "Nono Paetta" (trad. "nonno paletta), un essere evanescente che ha come obiettivo quello di uccidere Edo e Mimmo, i miei figli. Corpo smunto, sempre ai margini della carreggiata... Gesti accennati, bruschi, incerti... Un'espressione oscura nascosta dietro un cappellino da Jovanotti anni Ottanta... Ispira a tutti la stessa fiducia di Silvio durante un G8. E l'anarchia che genera non piace a nessuno. Le macchine inchiodano, sgasano. I pedoni saltellano, schivano, maledicono. Usa la paletta solo per salutare i suoi coetanei che ci sfiorano su due ruote. Ormai sono mesi che non lo guardo più. "Nono Paetta" non fa parte delle soluzioni ma dei problemi della mia vita. E quando attraverso la strada, serro le mani dei figli e le fila, mi concentro, impartisco ordini e lo scavalco con rabbia (Madonna che vecchio che sono...).

Stamattina alla radio, sento questa...


Ascolto e penso che uno dei problemi principali di questo paese è che c'è troppa gente che non fa il proprio dovere (Madonna che vecchio che sono...). Sindaci che fanno campagna elettorale sui bambini. Forze dell'ordine che fanno casino. Pescivendoli che fanno i consulenti. Pescivendole che fanno le ministre. Imperatori comici. Comici imperatori. Calderoli... Intanto la prof va oltre e tenta di giustificarsi: 

"Ho detto quella frase per indicare un posto organizzato, dove regna l'ordine"

La shoah è una tragedia universale che appartiene anche a me che non sono ebreo e ho solo 45 anni (Madonna che vecchio che sono...). Il motivo per cui quella vicenda umana è la più inquietante e ingiustificabile della storia non sta nel numero dei morti, nell'avere sterminato vecchi, donne e bambini o nell'avere teorizzato che la cosa aveva senso... La vera cifra di quella barbarie è di avere fatto tutto questo con "ordine". Con una mostruosa efficienza scientifica. Dopo la shoah abbiamo scoperto che siamo capaci di dare un valore economico ai cadaveri, di ideare tecnologie industriali per ottenere pantofole dai nostri capelli, sapone dal nostro grasso, oro dai nostri denti... L'inganno delle docce a gas non fu un atto pietoso. Fu un escamotage tecnico di una catena di smontaggio che non ammetteva di perdere tempo col panico. Ecco perchè a quella prof bisogna togliere stipendio e pensione. Non perchè è razzista (chi se ne frega), ma perchè non ha mai fatto il suo lavoro e per anni ha rubato i soldi pubblici. Quella prof deve abbandonare la sua "paetta", i suoi ordini, le sue urla di innocente bastonata. Deve farsi da parte, dare il suo posto a un neolaureato disoccupato. Quella prof deve ridarmi l'Italia.

(Madonna che vecchio che sono...)

giovedì 14 marzo 2013

Si chiama Francesco

Habemus Papam. Ed ecco come l'ho vissuta...

Pomeriggio
Si posa un gabbiano sul comignolo. Mi chiedo chi sia la ditta che monta il comignolo. Mi piace che il mondo intero fissi estasiato quel brutto tubo di rame, un anonimo tubo come quello della mia stufa. Col pensiero seguo quel tubo, buco le tegole millenarie, le travi e i laterizi del tetto, seguo il tubo giù giù attraverso muri, attraverso i solai antichi... finchè il mio sguardo si apre tra gli affreschi della cappella Sistina. Non ho mai visto la Cappella Sistina. Che voglia di andare a Roma...

Sera
Sono in macchina quando scopro che il papa è del '36. Un anno meno di mio padre. Il mondo, per bocca del giornalista radiofonico, mette a tacere ogni mio senso critico:

"è il primo latinoamericano!"
"la Chiesa sorprende il mondo!"
"si chiama Francesco!"

Scopro che la CNN tarda a riportare la notizia che il papa si è dato il nome "Francesco". Essendo l'unica notizia notiziabile del giorno, praticamente la CNN non dà la notizia. Si giustificheranno dicendo che l'habemus papam, stranamente, è stato dato in lingua latina e che loro il latino non lo sanno. È dura tradurre "Franciscum". La mia voglia di visitare gli USA aumenta.

Quando attraverso il portoncino di casa, mio figlio Francesco detto Mimmo salta come una scheggia impazzita sul divano. Effetti collaterali da sovraesposizione a Sky TG24.

PAPA', PAPA', ABBIAMO IL PAPA! SI CHIAMA COME ME! SI CHIAMA FRANCESCO!!! SI CHIAMA FRANCESCOOOOO.... YAHUUUUUU!

Vedo le immagini registrate dell'annuncio. Resto fulminato dall'arcidiacono. Ma come diavolo si muove? Ma come diavolo parla? Mi guardo intorno in cerca di sostegno e complici. Nessuno ride. Sono tutti lì a bocca aperta.

"Ragazzi ma avete visto quel tipo come..."
"SSSST!"

Ingoio purè quando si aprono le tende e vedo in faccia il generale Bergoglio che s'affaccia urbi et orbi. Benedice tutti con un librone enorme. I caratteri miniati sono talmente grandi che li leggo anch'io. Mi chiedo chi stampa quella roba lì. Che fatturato ha quell'azienda e quanti clienti ha. O magari se è il prodotto di un torchio di legno, su cui suda un nerboruto prelato tutto coperto di inchiostro e lamine d'oro, un torchio enorme che tengono nelle segrete del Vaticano. Controcampo. Il librone ha una copertina in legno e stoffa tutta trapunta d'oro. Penso alla cover del mio iPad. Passato e futuro si pigliano a pugni:

"è il primo latinoamericano!"
"... Sancti apostolis Petrus et Paulus..."
"la Chiesa sorprende il mondo!"
"... indulgentiam, absolutionem et remissionem... 
"si chiama Francesco!"
"... omnium peccatorum vestrorum..."

Notte
Il papa saluta. Mi piace quando dà a tutti la buonanotte. Ma i giornalisti non vanno a letto e intervistano la gente in piazza:

"è il primo latinoamericano!"
"La Chiesa sorprende il mondo!"
"si chiama Francesco!"

Io a letto ci vado. Chiudo gli occhi. Non riesco a dormire. Mi sento addosso una patina di euforia... è latinoamericano... un senso di pace... la Chiesa sorprende il mondo!... un afflato di felicità... si chiama Francesco! Con un faticoso colpo di reni, mi riprendo me stesso. Finalmente torno perplesso, insoddisfatto, polemico. E finalmente dormo.

martedì 12 marzo 2013

Pubblico pagante



Tra i 32 e i 40 non volevo crescere. Ora che viaggio sui 45 (piano, da compiere!) sono in una fase nuova. Sono triste di crescere. Insomma trovo che sia davvero un peccato che delle varie moccioserie che incontro nella vita io non sia più il creatore ma solo una comparsa. Che di tutte le fregnacce dei miei figli io possa solo ridere o riflettere. È uno schifo! Sono e sarò sempre più spettatore! Pagante pure!

Mimo: "Quando ero dentro la pancia, mi ricordo che giocavo a calcio contro un muro tutto rosa"

Ale mi spiega con energia e ampi gesti una sua opera espressionista: "È UN BULCANO CON IL FUOCO CHE FULISCONO LE SBRANTE!!!"

Mimmo guardando i miei capelli bianchi: "Papà, ma tu ti pingi i capelli?"

In crisi di astinenza perchè gli impediamo di giocare con l'iPhone, Edo approfitta della festa della donna per polemizzare con la madre:
Edo: "Ma esiste la festa del device?"
Mamma: "... la festa del device?? E a cosa servirebbe?"
Edo: "... contro la discriminazione!"

Mimmo: "Povero papà... va al lavoro ogni giorno e poi gli tocca tornare a casa"

lunedì 4 marzo 2013

41. MIMMO CORNER < Mimmopedia >

"Urbanistica Tzigana", "Oftalmologia Gastrica", "Iconologia Braille", "Oceanografia Tibetana" e la grillesca e attualissima "Istituzioni di Rivoluzione"... ecco alcune delle discipline del Dipartimento di Ossimorica della Facoltà di Irrilevanza Comparata. Ma per la follia di Mimmo non serve reinventare la "Cacopedia" di Umberto Eco. Basta rivisitare appena le care vecchie materie scolastiche.

Italiano Copiaeincolla
"Papà, pensavo che stassi tagliando le piante!"
Io schifato: "STESSI! STESSI!"
"Papà, pensavo che STESSI! STESSI! tagliando le piante"

"Non mangio più la pizza"

 Io: "Perchè?"
"Così quando corro non mi fa male la pizza"
(= milza)

Matematica Emotiva
Io: "Questo giocattolo cosa 5 euro"
Mimmo: "Oh no!!! Ne ho solo 10!"
Spiego il concetto di "resto". Paghiamo in un assordante silenzio. Poi Mimmo dimostra di non aver capito:
"Però non è stato così eccitante il resto. Mi ha dato solo 5 euro."

Musica Culinaria
Io: "Non mangi i tortellini?"
"No, sono senza ritmo"

Biologia Meccanica
"Tucani" = Rulli dei piloni della seggiovia che, al passaggio del cavo di acciaio, generano versi paragonabili a quelli degli omonimi pennuti che popolano la jungla del Sud America.

Religione Portasfiga
"Se Gesù è in ogni chiesa, a cosa serve il papa?"
(2 giorni dopo Ratzinger si dimette)

domenica 24 febbraio 2013

Comprensibili, malgrado me

Parcheggio l'auto davanti alla scuola elementare. Mimmo scende stupito: "Ma... io non ho la cartella!". Gli spiego il significato di "votare". Come sempre, esco dal seggio con una "dolcissima emozione", fiero di essere tassello di questa democrazia:

Mimmo: "Cosa hai votato?"
Sottovoce e vile: "Bersani"
Mimmo: "Anch'io"
Sono nel cortile popolatissimo della scuola quando Mimmo urla a squarciagola:
"EVVIVA! ABBIAMO VOTATO BERSANIIIIII!"

La figura di merda mi agita e mi apre qualche cassetto mentale. Metto in moto la macchina mentre confronto mentalmente due campagne elettorali di due sinistre impossibili da confrontare:

"YES, WE CAN"
"SMACCHIEREMO IL GIAGUARO"

E penso. Cosa possono capire di noi gli stranieri? Viaggiano l'Italia, la vivono, la mangiano, la vestono, l'amano forse ma non la capiranno mai. Quando imbocco il lungo rettilineo che ci porterà al pranzo domenicale "di nonna Alda e nonno Angelo", un timido sole mi tranquillizza. Gli stranieri non si chiederanno nulla. Dopo 19 anni di Silvio e Casa Vianello, 49 della Salerno Reggio Calabria, 54 di Mike Bongiorno, 62 di Sanremo, 67 di Andreotti, 91 ininterrotti e spensierati di fascismo.... gli stranieri ci hanno rinunciato. Oggi però l'aria che ho respirato in quella scuola era nuova. Da lunedì forse riproveranno a capirci. Da lunedì tutto sarà diverso. Malgrado il mio voto, s'intende.


venerdì 22 febbraio 2013

29. EDO CORNER < punto e virgola salvami tu >

"Odio essere felice e non sapere perchè. Ho bisogno di 9 euro e 24 per comprare un gioco."

Il primogenito di casa vive in funzione dei giochini elettronici. Se in casa regna il silenzio, significa che ha rubato uno smartphone e che si è rifugiato in qualche angolo buio coi fratelli. Disobbedisce, inganna, si sconcentra. E alla fine ci va di mezzo la scuola.

Esercizio:
inventa una frase con "ciò"
Svolgimento:
"Io ciò una paura tremenda per la pagella; e per la faccia della mamma che la vedrà... non ne parliamo grazie."

E così, tra una punizione e una minaccia, mi trovo a riversare tutte le mie speranze in quello straordinario, miracoloso, preziosissimo punto e virgola del suo disastrato compito. Che Dio ce la mandi buona.

mercoledì 13 febbraio 2013

Papa Renzinger
















Ratzinger si è dimesso come un dipendende di una qualsiasi multinazionale. La cosa non mi piace per niente. PUO' DIMETTERSI DIO?

Sia ben chiaro: mai pensato in vita mia che il papa fosse il vicario di Cristo. Per me il papa è un attore che interpreta il ruolo di satrapo occidentale per un kolossal di James Cameron. È che ci sono milioni di persone che lo vedono come incarnazione dello spirito santo in terra, come "Santo Padre", come "Santità"... e questa cosa... bè... a me 'sta roba piace.
Mi piace pensare che in un mondo di calcoli, finanza e pixell, ci sia un paese con un monarca assoluto, con anziani ingioiellati in drappi di velluto, con porporati che s'accoppiano tra gli affreschi di Michelangelo, le nicchie di Bramante, i marmi tortili di Bernini. Mi piace respirare l'umidità dei passaggi ipogei di Castel Sant'angelo, l'orgia delle malte e dei mattoni impastati nei secoli da mille mani di schiavi, le segrete piene di scheletri. Mi piace lo IOR che complotta con la Stasi, la CIA e il Mossad. Mi piacciono le encicliche eroiche e anacronistiche, scritte nero su bianco da mani rugose sulla pergamena, in latino, vergate in ceralacca, urbi et orbi. Mi piacciono la fatwa quotidiana alle donne, ai gay, ai preservativi, ai divorziati, a Madonna, le scomuniche ad minchiam, il lavaggio dei piedi e l'asciugatura coi capelli, i cilici, le frustate, l'estasi di Santa Teresa, il sangue manierista che gronda dalle pareti... LO CONFESSO: A ME PIACE!

E ora? Se ora mi fanno papa uno tipo Renzi? Un giovinastro che sbraita e apre i finestroni dei palazzi? Uno smidollato che fa le pulizie di primavera nel medioevo? Uno che rottama e che fa scintillare al sol dell'avvenire le corazze delle guardie svizzere??? FRATELLI! DICIAMO NO al vento della globalizzazione rivoluzionaria macdonaldiana giovanilista di 'sta menga! DICIAMO NO a chi vuole spazzare via l'ultima isola di follia umana! DICIAMO NO alla giustizia ovunque, al buon senso per sempre! DICIAMO NO alla scienza cosacca che s'abbevera con l'acqua santa! GIU' LE MANI DAL TABU'. TIMOR DI DIO! TIMOR DI DIO!

martedì 5 febbraio 2013

28. EDO CORNER < GIANGI CORNER? >

Edo ha un blog. L'ha chiamato "Genio Della Lampadina" confermando in pieno la sua fase fighetta e presuntuosa. Dice che ci scriverà dentro solo le cose che gli piacciono. Quindi non parlerà di scuola, amore, animali, genitori, lavoro manuale, sport e cibo irresistibile per un bambino.

Auguro al mio primogenito blogger tutta la fortuna del mondo. E a me l'onore di un GIANGI CORNER dedicato tutto al suo papino straordinario.

 

lunedì 28 gennaio 2013

Un padre egoista

C'è in giro un virus che fa vomitare e passare ore seduti in bagno. In questi giorni sono alla ricerca continua di sintomi per diagnosi volanti:

Io: "Come sta il pancino?"
Mimmo: "Lampeggia"

In fondo è per questo che scrivo su Saperlalunga. Voglio fissare le cose per avere qualcosa indietro. Il mio è egoismo. Quando sarò io a rispondere in maniera creativa ai miei figli, spero che le loro orecchie dimostrino altrettanta pazienza. Che l'amore sia con noi.


martedì 22 gennaio 2013

40. MIMMO CORNER < sei fregato >

Io: "Ciao Mimmo, come va?"
 Mimmo: "Bene"
"Sei fidanzato?"
"No."
"Sei innamorato?"

"Bhè, si... sono innamorato di S. ma lei non mi ama."
"Sei sicuro?"
"Edo dice che mi ama, ma secondo me no" 

"E tu vai da lei, le dici che la ami e le chiedi se lei ti ama"
"Di sicuro mi dice di no e se ne va"
"E tu le vai dietro, la raggiungi e, guardandola negli occhi, le dici 'va bene ma io ti amo'. Poi te ne vai e non la badi più. Vedrai come ti amerà."

...
...
...
...
"Mimmo: "Ma lei è diversa"

Ok Mimmo, sei fregato.

venerdì 11 gennaio 2013

Il Cavaliere e il Drago


Ieri ho visto "Servizio Pubblico". C'era Silvio Berlusconi e il mio Drago era sveglio. Per placarlo, ho dato fondo alla mia riserva di cioccolata e mi sono connesso a Twitter (#serviziopubblico). Alla fine, il cavaliere ha trionfato. Mi sono accorto della cosa perchè il mio Drago scalpitava felice, sputando fiamme ovunque.

Un Drago dorme in ognuno di noi. E finchè dorme tutto bene. Fa il suo mestiere. È quando viene svegliato che fa danni. A svegliarlo è un particolare tipo di bugia. Quella sincera. Quella che ci raccontiamo credendoci. E quanto più ci riguarda, è grossa e ci crediamo, tanto più il Drago si eccita. Il segreto dei trionfi di Silvio sta tutto qui. Silvio racconta balle sesquipedali con una sincerità straordinaria. E così parla alle orecchie di tutti i Draghi d'Italia. Sveglia l'istinto primordiale di sopravvivenza che è in ognuno di noi; un istinto che ci porta a commiserarci, assolverci, amarci. Sempre e comunque.

Non mi consola pensare che un giorno i Draghi che agitano gli italiani torneranno a chiudere i loro occhi gialli. Che anche il mio riprenderà a produrre sogni e chiamarli col loro nome e a produrre amor proprio e sana speranza per tentare di realizzarli.

Non mi consola perchè ho imparato che il sonno dei Draghi è leggero. E l'Italia un paese chiassoso.

lunedì 7 gennaio 2013

PRIMI CORNER DEL 2013

Sono reduce dalle vacanze in montagna. Ecco il bilancio.

Ultimo cazziatone del 2012
Io, furioso in auto: "SE FATE DANNI, NIENTE REGALI PER 2 ANNI!"
Edo: "Wow, papà fa rima anche quando è arrabbiato..."

Propositi per il 2013
Mimmo: "Vorrei spezzare la catena alimentare io. Odio gli animali morti!"

Cenone
Ale: "Io voglio la faccia!"
(traduzione: "per cortesia potreste darmi ancora del musetto?")