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martedì 6 marzo 2012

In verità vi dico, sono competitor

Lucio Dalla mi piace. Intanto perchè è un cantautore italiano bravo e io adoro i cantautori italiani bravi. Poi banalmente per le sue canzoni; da Gesù Bambino alla sigla dell'Anicagis le sue non erano mai note banali e sembravano essere uscite da sole. Arte senza autore. E così vivevo e ascoltavo, senza sapere altro di Lucio Dalla se non che - chissà perchè - aveva fatto il liceo dai preti della mia città (il San Pio X).

Ieri gli fanno il funerale. La Chiesa cattolica fischietta ipocrisia, il mondo gay (GLBTTM beta version) si scatena e ai giornalisti non sembra vero. Risultato? Muore un genio e seppelliscono un frocio.

A questo punto una domanda mi nasce spontanea: come mai quando la Chiesa e il mondo gay si incontrano volano sempre gli stracci? In scroll, azzardo una risposta.





Ratzinger e una drag queen nei loro sobri travestimenti

giovedì 26 maggio 2011

È pericoloso sporgersi








Danesi, tedeschi, olandesi viaggiavano seminudi con un solo pacchetto di crackers. Ricordo che all'altezza di Napoli ci chiedevano quanto mancasse per la Sicilia. Non credevano ai nostri gesti: "metà strada". Tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, l'acqua e i panini di mia madre hanno salvato la vita a decine di europei. Ci andavamo ogni anno in Sicilia. Nel mese più sbagliato, ad agosto. Un caldo insopportabile. Ricordo che bagnavo le mie braccia filiformi e poi, come ali, fuori dal finestrino in corsa. Ne pas se pencher au dehors, Nicht Hinauslehnen, bla, bla, bla... quaranta gradi all'ombra ma la pelle sembrava gelarsi. Ricordo la cuccetta. Pendevo ad altezze siderali o schiacciato da grandi sconosciuti. Immerso in un buio squarciato da mille luci impazzite, bianche, gialle, arancioni. Ricordo che era bello lasciarsi scuotere dal treno che sferragliava e attraversava i miei paesi, le mie montagne, i miei campi, i miei fiumi. Sempre meno fiumi. Sempre più secchi. Ricordo la paura dei ladri la notte. Vaporizzatori di sonniferi, Scassinatori di porte scorrevoli, Corruttori di ferrovieri dello Stato. Il mitico arancino sul ponte della nave era l'ultimo atto di un viaggio epico che durava un giorno e mezzo. Ci volevano altre 2 ore per aggirare l'Etna. I miei nonni a San Giovanni Galermo stavano. A quei tempi, Galermo per me era una scritta su un muro di pietra tra i fichi d'india: "VOGLIAMO LA LUCE". Poi una curva e appariva l'agrumeto di nonno Mario. Un eden strappato alla sciara. Una volta entrati, non ne uscivamo più. La Sicilia per me finiva lì.

Solo qualche volta si andava dalla zia a Vaccarizzo, un paesino di seconde case abusive, a sud di Catania. Ci sono tornato recentemente. Tutto è più piccolo di come lo ricordo. Tutto più bello, curato, condonato. Nelle stradine di accesso al mare, incredibili piante esotiche si piegano sane e pesanti su di me. Sbuco sulla spiaggia. Il vento africano che mi arriva in faccia è di un erotismo imbarazzante. Tocco coi piedi la sabbia. È sera. I "lillini" di Catania brillano in lontananza e mi bloccano la gola. Era quella la spiaggia dove una mattina si gonfiava al sole d'agosto il cadavere di una pecora. Era quella la spiaggia da dove mio cugino Mario - il più bello di tutti - partiva alla conquista di femmine. Era quella la spiaggia dove mio fratello Mario (ci chiamiamo tutti un po' Mario in famiglia) una notte cercava di prendere le lucine di Catania. Ho un anno meno di lui, ma riesco a vederlo a 2 anni che tende le sue manine all'orizzonte urlando: "lillini... lillini...".

È stata una frase di Edo a farmi ricordare. Facevo il padrino al battesimo di Anita. Alla fine della cerimonia, Edo si avvicina con un'aria più anziana del solito.

"Papi"
"M?"

"È vero che quando non ci sarà più il papà di Anita tu andrai da lei?"
"Si, io sono il padrino. Però il papà di Anita è più giovane e quindi..."
Disperato, taglia corto: "E quanto hai intenzione di stare?"

In quel momento si spalanca il cassetto di un ricordo precisissimo. Siamo a Vaccarizzo. Mio padre si alza e scruta l'orizzonte. Non sa nuotare ma non ne può più di stare lì con noi, su quella spiaggia, su quella Sicilia da cui un secolo fa è fuggito. Prende il materassino e va. Cinque minuti dopo scrutiamo l'orizzonte disperati. Mio padre è un piccolissimo puntino verso le acque territoriali libiche. In lacrime guardiamo la mamma. I suoi denti bianchi scintillano al sole mentre insulta col pensiero il marito in fuga.
Con una frase di Edo, in un secondo, io attraverso quasi quarant'anni di vita, quasi 2000 chilometri di terra. E capisco mio padre. È pericoloso sporgersi, ma che bello.

venerdì 20 maggio 2011

27. MIMMO CORNER < crescita zero >

"Crescita zero": questo è il problema dell'Italia. Un problema di cui alle volte pare soffrirne anche il cervello di mio figlio.

Senza risposta
A tavola: "Com'è questo mondo?"
... (rumore di posate)
"QUALCUNO VUOLE RISPONDERMI?!?"

Senza mezzi
Sciopero dei treni: "Visto che Venezia è chiusa, andiamo dagli dei?"

Senza problemi
"Papi, se hai 2 soldini e un signore gentile ti dà altri 2 soldini, quanti te ne restano?"
"mm... non ho capito il problema"
"Ma non c'è nessun problema, papi"

Senzatetto
Dopo una lunga discussione sulle parentele, la mamma fa una rivelazione sconvolgente: "Insomma Mimmo, papà non è tuo fratello, lo capisci?"
Stupito: "E allora... perchè vive qui con noi?"

domenica 27 marzo 2011

I crociati

"Non credo che riusciremo adabbattere* papà, perchè adesso ha le stampelle rosse di ferro" (Mimmo rivolto a Edo)

Terremoti, esplosioni nucleari, guerre, rivoluzioni... in pochi giorni è successo di tutto. Anche che un pezzo del tendine del mio ginocchio andasse a fare il mestiere dei legamenti crociati. Risultato? Televisione 24 ore su 24.

Le avventure del colonnello
Mimmo: "Daffy Duck è buono ma c'è un Gheddaffy Duck che è cattivo"

Catena di comando
Io: "Chi è il capo dell'Italia?"
Edo: "Berlusconi"
Io: "No, più in alto"
Edo: "Dio?"
Io: "No, chi c'è sotto la bandiera?"
Mimmo: "Il palo"

Patriottismo
Mimmo solleva una pizza e urla: "Ecco le bontà dell'Italia!"

Facebook
Edo: "Garibaldi ha chiamato 1000 amici per combattere"

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* "adabbattere", "adattappare", "adaparlare" sono tutti verbi con il prefisso mimmiano "ada". Qui sta per "battere nella lotta".

giovedì 24 febbraio 2011

Grattacapi


Fino a 10 anni, non capivo chi diceva "il paese dello Stivale". Guardavo la cartina dell'Italia e non vedevo stivali. Vedevo un Braccio Con La Mano Che Gratta Il Mare. Ed ero anche testone. Non capivo perchè il colonnello Bernacca si ostinasse a fare previsioni sull'acqua.

Quando il mio collega Marco sente 'sta storia mi fa: "Ma come? A scuola non disegnavi le cartine?". Come no! Decine e decine di confini calcati con la cura che solo due occhi strizzati e una lingua tra i denti sanno garantire. Ma erano cartine di regioni, forme senza contesto: il pilota pazzo del bob laziale, il triangolo della Sicilia che se lo giri è Piemonte, il gancio della Puglia che se lo pieghi è Liguria, il draghetto ammaestrato del Veneto... E mi fidavo: ero convinto che se avessi incastrato tra loro quelle forme, avrei certamente ottenuto il Braccio Con La Mano Che Gratta Il Mare.

Poi una sera arriva la tv nuova. Bernacca mi appare a colori e il mio cervello fa switch. Quella sera anch'io ho visto "Lo Stivale". E ho scoperto che il mio cervello non è dritto... al massimo è raddrizzabile.

martedì 23 novembre 2010

18. MIMMO CORNER < virus >












Mimmo è malato. Febbre intestinale. Molta tv e chiacchiere a ruota libera. Tra un urlo e una risata, lui parla anche quando dorme. E' logorroico. L'unico momento in cui tace (o comunque non si sente) è in piscina. Sott'acqua. Pochissimi secondi di pace a beneficio del suo istrutture.

La vita in diretta
Di Pietro si lamenta di Silvio. Mimmo interviene: "poveri cittadini!"

Avetrana
"In Puglia c'è la tv?"

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Alla fine si cena. Diamo le istruzioni: "Adesso mangi qualcosa, poi aspetti 5 minuti e alla fine prendi i fermenti, ok?"
Mimmo: "Devo anche sorridere?"

Tranquillo Mimmo, faccio io.