Domani primo giorno di asilo per Ale. Oggi primo giorno di scuola per Mimmo. Non parlo del fatto che Mimmo non ha mangiato e Edo non ha dormito, di quanto brave e gnocche erano le maestre, di quanto tirati erano genitori e figli, della bottiglia di acqua rovesciata dentro la cartella di Edo, della bella sensazione di condurre per mano il futuro mio e del paese (questa ultima sensazione è certamente un gentile omaggio della vecchiaia). Oggi parlo degli atti di terrorismo dei fratelli più grandi nei confronti dei più piccoli: una pratica di cui avevo dimenticato il gusto.
Edo terrorizza Mimmo (1)
"Guarda che a scuolaaa... ci sono le telecamereeee... che ti riprendonooo se fai la cacca nel cestino!"
Mimmo terrorizza Ale (1)
Mamma: "Ale, quest'anno sei nella classe degli Orsetti, è una bellissima classe sai? Hai delle bellissime maestre, tutte simpatiche"
Mimmo: "Non tutte. Una è così-così... vedrai..."
Edo terrorizza Mimmo (2)
Mimmo: "Io so scrivere ma non so ancora leggere e allor..."
Edo (interrompendolo): "NON SAI LEGGEREEE??? Dobbiamo dirlo alla maestra!"
Mimmo terrorizza Ale (2)
Ale fa una visita nella sede del suo prossimo asilo.
Mamma: "Hai visto Ale che belle classi? Hai visto che bel giardino?"
Mimmo: "Ale! Ale! Vedi questo segno a terra? L'ha fatto un bambino che cercava di scappare dalla scuola scavando"
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mercoledì 12 settembre 2012
Non aprite quella scuola
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venerdì 30 marzo 2012
39. MIMMO CORNER < doppio corner >
Oggi pomeriggio andiamo a Genova a vedere gli squali (per Edo che si annoia) e i pinguini (per Ale che ha paura). Siccome non esiste Guidante, è certo che durante il viaggio i tre parleranno molto. Urge dunque tagliare dall'iPhone le cose che mi ero segnato e incollarle in un doppio corner.
Senzadio
"Un mio amico... cioè nè amico nè nemico... insomma uno normale dice che Dio non esiste"
Versus
"Papà, è più forte Dio o Ugo la Talpa?"
Par condicio
"Esiste il diavolo custode?"
Morto di fame
"Che mangiano gli angeli?"
"Nuvole"
"Yummm... buone! Quando muoio divento un angelo vero?"
Ulisse Siffredi
"Sai cos'è di troia?"
"..."
"Di legno!"
Soap opera
"... Vittorio sta cercando di amare Veronica che però sta amando Nicolò..."
Chi ha il pane non ha i denti
Riferisce la mamma di una compagna di Mimmo: "Mimmo mi prende sempre la mano quando andiamo in bagno ma a me non piace perchè non ha i denti davanti".
< Dio & C >
Senzadio
"Un mio amico... cioè nè amico nè nemico... insomma uno normale dice che Dio non esiste"
Versus
"Papà, è più forte Dio o Ugo la Talpa?"
Par condicio
"Esiste il diavolo custode?"
Morto di fame
"Che mangiano gli angeli?"
"Nuvole"
"Yummm... buone! Quando muoio divento un angelo vero?"
< Amore & C. >
Ulisse Siffredi
"Sai cos'è di troia?"
"..."
"Di legno!"
Soap opera
"... Vittorio sta cercando di amare Veronica che però sta amando Nicolò..."
Chi ha il pane non ha i denti
Riferisce la mamma di una compagna di Mimmo: "Mimmo mi prende sempre la mano quando andiamo in bagno ma a me non piace perchè non ha i denti davanti".
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giovedì 16 febbraio 2012
I capelli viola di Nonna Bastarda
Uscita di scuola. I bambini corrono impazziti sulla neve fresca. Una nonna bastarda prende suo nipote per un braccio e comincia a strattonarlo via con violenza: "vergognoso, sta fermo, non si fa, vieni via, basta correre, vergognoso, smettila, vergognoso..."
Intanto Mimmo salta, urla, ride, guizza tra coriandoli di ghiaccio. Si ferma solo il tempo di impastare un po' di neve e scagliarla verso il nipote di Nonna Bastarda. Lo manca. Tondo e gelato, il proiettile sfiora i capelli viola di Nonna Bastarda che si gira imbufalita per un insulto misterioso e un'occhiataccia. Mimmo la guarda da due passi, ma non la sente e non la vede. Con un sorriso senza denti, la informa a squarciagola:
"LA VITAAAA È MERAVIGLIOSAAAAA..."
Il mondo si copre di bianco e Mimmo vede solo colori.
Intanto Mimmo salta, urla, ride, guizza tra coriandoli di ghiaccio. Si ferma solo il tempo di impastare un po' di neve e scagliarla verso il nipote di Nonna Bastarda. Lo manca. Tondo e gelato, il proiettile sfiora i capelli viola di Nonna Bastarda che si gira imbufalita per un insulto misterioso e un'occhiataccia. Mimmo la guarda da due passi, ma non la sente e non la vede. Con un sorriso senza denti, la informa a squarciagola:
"LA VITAAAA È MERAVIGLIOSAAAAA..."
Il mondo si copre di bianco e Mimmo vede solo colori.
martedì 14 settembre 2010
Primo giorno di scuola
Abbottono la sua camicia: "Va a vederti allo specchio"
Edo allo specchio: "Wow! Sembro Berlusconi"

Arrivo sul piazzale della scuola. La quantità industriale di merda fresca dell'ultimo genito che ho in braccio mi tiene a debita distanza dai crocchi di genitori e bimbi. Sul muro un cartellone:
"Benvenuti bambini. Qui vi insegneremo a costruire il vostro aquilone. Sarà bello, colorato e vi insegnerà a volare in alto".
Non è una metafora. Armati di forbici, pennarelli e colori aiutiamo il figlio a disegnare un cartoncino romboidale. Tafferugli tra i matusa: causa Gelmini, in 50 ci contendiamo 3 cucitrici, 2 colle stick e 21 pennarelli secchi. Parla la maestra. Giura che insegnerà a tutti a leggere e scrivere. Un bimbo fa un'uscita odiosa: "Io so già leggere". E' Edo. Il chiasso limita i danni della sua prima figura di merda istituzionale.
Si passa alle aule. Edo - che aveva visitato la scuola quando ancora era all’asilo - favoleggiava che c'erano pavimenti lastricati di caccole e una stanza dedicata al gioco d'azzardo. Invece tutto è pulito e in regola. Si va in classe. I bambini si siedono ai loro posti. Solo allora realizzo che ognuno di loro vanta almeno 4 genitori. L’aula è divisa in due: da una parte le microstar sorridenti, piangenti o sconvolte dal casino che fanno i loro 4 genitori in dotazione. Dall'altra i casinari. Spintoni, insulti, flash fotografici… Edo fa parte del gruppo dei sorridenti. Posso andare. Salgo in macchina e penso: ci siamo. Mentre tuo fratello continua a cagare, i tuoi 4 denti iniziano a girare nell'ingranaggio del sistema. E' la vita e non c’è più nulla da fare. Benvenuto nel club piccolo.
Metto in moto. Lo specchietto dell'auto riflette occhi carichi di sensi di colpa. Alla radio, De Gregori mi corre in aiuto:
Il terzo è una cagna,
quasi sempre si nega, qualche volta si dà
e semina figli nel mondo
perché è del mondo che sono figli
i figli…
("Quattro cani per strada, Francesco De Gregori 1975")
Edo allo specchio: "Wow! Sembro Berlusconi"

Arrivo sul piazzale della scuola. La quantità industriale di merda fresca dell'ultimo genito che ho in braccio mi tiene a debita distanza dai crocchi di genitori e bimbi. Sul muro un cartellone:
"Benvenuti bambini. Qui vi insegneremo a costruire il vostro aquilone. Sarà bello, colorato e vi insegnerà a volare in alto".
Non è una metafora. Armati di forbici, pennarelli e colori aiutiamo il figlio a disegnare un cartoncino romboidale. Tafferugli tra i matusa: causa Gelmini, in 50 ci contendiamo 3 cucitrici, 2 colle stick e 21 pennarelli secchi. Parla la maestra. Giura che insegnerà a tutti a leggere e scrivere. Un bimbo fa un'uscita odiosa: "Io so già leggere". E' Edo. Il chiasso limita i danni della sua prima figura di merda istituzionale.
Si passa alle aule. Edo - che aveva visitato la scuola quando ancora era all’asilo - favoleggiava che c'erano pavimenti lastricati di caccole e una stanza dedicata al gioco d'azzardo. Invece tutto è pulito e in regola. Si va in classe. I bambini si siedono ai loro posti. Solo allora realizzo che ognuno di loro vanta almeno 4 genitori. L’aula è divisa in due: da una parte le microstar sorridenti, piangenti o sconvolte dal casino che fanno i loro 4 genitori in dotazione. Dall'altra i casinari. Spintoni, insulti, flash fotografici… Edo fa parte del gruppo dei sorridenti. Posso andare. Salgo in macchina e penso: ci siamo. Mentre tuo fratello continua a cagare, i tuoi 4 denti iniziano a girare nell'ingranaggio del sistema. E' la vita e non c’è più nulla da fare. Benvenuto nel club piccolo.
Metto in moto. Lo specchietto dell'auto riflette occhi carichi di sensi di colpa. Alla radio, De Gregori mi corre in aiuto:
Il terzo è una cagna,
quasi sempre si nega, qualche volta si dà
e semina figli nel mondo
perché è del mondo che sono figli
i figli…
("Quattro cani per strada, Francesco De Gregori 1975")
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