Cari Ministro, Governatore e Sindaco...
assicurazione, tagliando e tassa delle auto, retta dell'asilo nido, buoni pasto dell'asilo, "tassa occulta" delle elementari* sono le spese che questo mese devo sommare ai soliti, noiosissimi mutuo, bollette & C. A questo dovete aggiungere il dramma del cibo per Ale. Il ministro lo conosce già, lo presento a voi due: Ale è mio figlio; ha un anno; è molto grasso; è dotato di uno stomaco molto elastico; vanta una bocca capace di impastare fino a 300 boli di cibo al giorno; usa fare maschere facciali con le minestre.
Cari Ministro, Governatore e Sindaco...
era da 6 mesi che non accadeva. Oggi è successo di nuovo. Sono tornato povero. Poverissimo. Stamattina la donna compie un atto disperato e investe tutti i suoi soldi in un ultimo SMS. Me lo invia:
"Per un po' dirò a Valentina di non passare a pulire casa. Mangeremo solo fagioli"
Reagisco da ottimista: "No problem dai... Ale i fagioli li mangia". Poi realizzo che oggi è solo il 20 aprile... per più di 20 giorni mangeremo fagioli. Mi proietto nel futuro. Vedo Ale farsi largo tra la polvere. Lo vedo aprire un incrostato portoncino di casa e posare il penoso sguardo sui luridi fratelli che frugano affamati nel bidone dell'umido (l'unica cosa pulita rimasta in casa). Guadagna dondolando come un pinguino l'uscita, scoreggiando i motivi del suo dissenso.
Cari Ministro, Governatore e Sindaco...
rompete l'assedio. Usciamo noi con le mani in alto.
--------------
* Sono i soldi da pagare per tenere Edo un pomeriggio in più a scuola. L'obolo è l'ultimo colpo di coda di un antico servizio pubblico, oggi in via di dismissione, che una volta era gratis e che andava sotto il nome di "scuola".
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mercoledì 20 aprile 2011
Cari Ministro, Governatore e Sindaco...
mercoledì 16 febbraio 2011
23. MIMMO CORNER < scuola >
Gelmini
"Bisogna cambiare i giocattoli della scuola materna: sono vecchi quindi sono morti"
La frase
"Chi mi salvi si può"
Il verbo
Mimmo: "La mamma ha licenziato la signora che faceva le pulizie...
Io: ...
Mimmo: "... che vuol dire 'licenziare'?"
L'aggettivo
Sbadorlito = sbalordito
La geografia
"Che gita è la Juven?" (gita = città)
Promosso
"Se la maestra dice che sono stato bravo, tu mi promuovi papi?"
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martedì 14 settembre 2010
Primo giorno di scuola
Abbottono la sua camicia: "Va a vederti allo specchio"
Edo allo specchio: "Wow! Sembro Berlusconi"

Arrivo sul piazzale della scuola. La quantità industriale di merda fresca dell'ultimo genito che ho in braccio mi tiene a debita distanza dai crocchi di genitori e bimbi. Sul muro un cartellone:
"Benvenuti bambini. Qui vi insegneremo a costruire il vostro aquilone. Sarà bello, colorato e vi insegnerà a volare in alto".
Non è una metafora. Armati di forbici, pennarelli e colori aiutiamo il figlio a disegnare un cartoncino romboidale. Tafferugli tra i matusa: causa Gelmini, in 50 ci contendiamo 3 cucitrici, 2 colle stick e 21 pennarelli secchi. Parla la maestra. Giura che insegnerà a tutti a leggere e scrivere. Un bimbo fa un'uscita odiosa: "Io so già leggere". E' Edo. Il chiasso limita i danni della sua prima figura di merda istituzionale.
Si passa alle aule. Edo - che aveva visitato la scuola quando ancora era all’asilo - favoleggiava che c'erano pavimenti lastricati di caccole e una stanza dedicata al gioco d'azzardo. Invece tutto è pulito e in regola. Si va in classe. I bambini si siedono ai loro posti. Solo allora realizzo che ognuno di loro vanta almeno 4 genitori. L’aula è divisa in due: da una parte le microstar sorridenti, piangenti o sconvolte dal casino che fanno i loro 4 genitori in dotazione. Dall'altra i casinari. Spintoni, insulti, flash fotografici… Edo fa parte del gruppo dei sorridenti. Posso andare. Salgo in macchina e penso: ci siamo. Mentre tuo fratello continua a cagare, i tuoi 4 denti iniziano a girare nell'ingranaggio del sistema. E' la vita e non c’è più nulla da fare. Benvenuto nel club piccolo.
Metto in moto. Lo specchietto dell'auto riflette occhi carichi di sensi di colpa. Alla radio, De Gregori mi corre in aiuto:
Il terzo è una cagna,
quasi sempre si nega, qualche volta si dà
e semina figli nel mondo
perché è del mondo che sono figli
i figli…
("Quattro cani per strada, Francesco De Gregori 1975")
Edo allo specchio: "Wow! Sembro Berlusconi"

Arrivo sul piazzale della scuola. La quantità industriale di merda fresca dell'ultimo genito che ho in braccio mi tiene a debita distanza dai crocchi di genitori e bimbi. Sul muro un cartellone:
"Benvenuti bambini. Qui vi insegneremo a costruire il vostro aquilone. Sarà bello, colorato e vi insegnerà a volare in alto".
Non è una metafora. Armati di forbici, pennarelli e colori aiutiamo il figlio a disegnare un cartoncino romboidale. Tafferugli tra i matusa: causa Gelmini, in 50 ci contendiamo 3 cucitrici, 2 colle stick e 21 pennarelli secchi. Parla la maestra. Giura che insegnerà a tutti a leggere e scrivere. Un bimbo fa un'uscita odiosa: "Io so già leggere". E' Edo. Il chiasso limita i danni della sua prima figura di merda istituzionale.
Si passa alle aule. Edo - che aveva visitato la scuola quando ancora era all’asilo - favoleggiava che c'erano pavimenti lastricati di caccole e una stanza dedicata al gioco d'azzardo. Invece tutto è pulito e in regola. Si va in classe. I bambini si siedono ai loro posti. Solo allora realizzo che ognuno di loro vanta almeno 4 genitori. L’aula è divisa in due: da una parte le microstar sorridenti, piangenti o sconvolte dal casino che fanno i loro 4 genitori in dotazione. Dall'altra i casinari. Spintoni, insulti, flash fotografici… Edo fa parte del gruppo dei sorridenti. Posso andare. Salgo in macchina e penso: ci siamo. Mentre tuo fratello continua a cagare, i tuoi 4 denti iniziano a girare nell'ingranaggio del sistema. E' la vita e non c’è più nulla da fare. Benvenuto nel club piccolo.
Metto in moto. Lo specchietto dell'auto riflette occhi carichi di sensi di colpa. Alla radio, De Gregori mi corre in aiuto:
Il terzo è una cagna,
quasi sempre si nega, qualche volta si dà
e semina figli nel mondo
perché è del mondo che sono figli
i figli…
("Quattro cani per strada, Francesco De Gregori 1975")
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