Mentre guardo l'epico scontro calcistico tra Grecia e Germania, la famiglia commenta che neanche Altobelli nei suoi momenti migliori...
Edo: "Ger-Gre... è un anagramma"
...
Ale: "Ueeeeehh... non volevo vedere la notte io!
...
Mimmo: "Dio è fatto così: riccioli, capelli neri, pelle rosa, pallone,
maglia della Roma e unghie azzurre da quanto sono pulite..."
...
Edo: "La Germania è una squadra di sfioratori"
...
Ale: "Non volevo vedere la notteeeee..."
...
Madre: "molto pelosi i greci"
E così sogno un bar di campagna. Con i tavoli in formica, la mosca Tenace, vecchi
che urlano in coro, rari camion lanciati a tutta velocità che gonfiano le tende... e davanti la mia birra. La mia fresca clessidra d'oro dalle mille bollicine kamikaze. Sogno 90 minuti. Altrove. Tutti per me.
martedì 26 giugno 2012
mercoledì 13 giugno 2012
38. MIMMO CORNER < il magico peso >
La vita di Mimmo gira spensierata e vorticosa come una ruota. Il bello di questa ruota è il magico peso attaccato di lato che fa sballare tutto. Sballa l'equilibrio, sballa la logica, sballa le priorità, sballa le forme... Ascolto mio figlio e mi rendo conto che quel magico peso è lo stesso che usa Steven Wright per farmi ridere. Non c'è dubbio: perchè tutto giri giusto devo restare bambino.
Equitazione oggi
Io entusiasta: "Sei andato a cavallo?"
Mimmo: "Si, anche sopra!"
Equitazione ieri
"Sai cos'è di troia?"
panico dei genitori
"... di legno!"
Mamma
Biglietto di auguri per la festa della mamma:
"Tanti auguri perchè ti ho fatto un regalo"
Papà
Mimmo interroga la nonna (mia madre):
"Da quanto tempo conosci papà?"
Bellissimo 1
"Per fortuna non ho i denti davanti così quando arriva Carie non me li buca"
Bellissimo 2
"Una mi ha baciato. Per fortuna ero senza caccole e col muco dentro"
Equitazione oggi
Io entusiasta: "Sei andato a cavallo?"
Mimmo: "Si, anche sopra!"
Equitazione ieri
"Sai cos'è di troia?"
panico dei genitori
"... di legno!"
Mamma
Biglietto di auguri per la festa della mamma:
"Tanti auguri perchè ti ho fatto un regalo"
Papà
Mimmo interroga la nonna (mia madre):
"Da quanto tempo conosci papà?"
Bellissimo 1
"Per fortuna non ho i denti davanti così quando arriva Carie non me li buca"
Bellissimo 2
"Una mi ha baciato. Per fortuna ero senza caccole e col muco dentro"
mercoledì 6 giugno 2012
24. EDO CORNER < Edolescenza >
Non sta mai composto, riponde sempre, piagnucola per tutto, pretende, fa quello che gli pare, disobbedisce. C'è qualcosa che frulla nella testa dell'intellettuale di famiglia: grande come un mulino a vento, veloce come la sua "r" moscia. Pensavo fosse una carenza d'affetto. Poi che fosse il nervosismo serpeggiante per casa. Poi che fossero i fratelli che se ne approfittavano. Forse l'amore!
Edo, hai la morosa tu?
"BASTAAAA... TE L'HO DETTO MILLE VOLTE!!!"
"Ce l'hai o no?"
"SI!"
"E come si chiama?"
Risponde Mimmo: "si chiama N***** ma non lo ama"
Edo precisa: "Tanto ne ho anche altre"
L'amore quindi non c'entra. Poi ieri, finalmente, è arrivata la risposta. Era dentro una domanda:
"Mamma, sei pronta per la mia adolescenza?"
Edo, hai la morosa tu?
"BASTAAAA... TE L'HO DETTO MILLE VOLTE!!!"
"Ce l'hai o no?"
"SI!"
"E come si chiama?"
Risponde Mimmo: "si chiama N***** ma non lo ama"
Edo precisa: "Tanto ne ho anche altre"
L'amore quindi non c'entra. Poi ieri, finalmente, è arrivata la risposta. Era dentro una domanda:
"Mamma, sei pronta per la mia adolescenza?"
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venerdì 1 giugno 2012
Il padre può attendere
Sono settimane che lavoro come un idiota, rientro a casa tardi e con la schiena a pezzi. Questa sera però è l'ultima. Finalmente potrò riprendere in mano la mia vita. Non ho ancora girato la chiave nella toppa che sento levarsi le urla dei minori.
Ale in lacrime: "voio una bambina bellissimaaaaa"
Mimmo sfotte: "Edooo... hai la testa a forma di donna sexy, hua, hua, hua..."
Edo mi vede e si fa sotto: "Papi, posso giocare col tuo Aifon?"
Ale: "voio una bambina bellissima ioooooo"
Mimmo: "Faccio la fionda di saliva?"
Ale: "voio una bambina bellissima ioooooo"
Edo: "E papi? posso l'Aifon?"
Mimmo: "Papà, ma Rosy Mauro ha tradito Gesù?"
Edo: "l'Aifon papi..."
La madre dei miei figli si è arresa. I minori sono padroni assoluti del campo di battaglia. Sarebbe il momento di rientrare nel mio ruolo di padre con 4 urli ben assestati. Sono i figli stessi che me lo chiedono. Inconsciamente. Disperatamente. Ma un accadimento drammatico mi fa cambiare idea. È quando mi butto sul divano e vedo i tre teppisti che mi saltano addosso urlando. Sono senza pantaloni e mutande. Vengo schiaffeggiato selvaggiamente da 3 allegri micropeni. La mia decisione è irremovibile: per stasera terrò la bocca chiusa.
Ale in lacrime: "voio una bambina bellissimaaaaa"
Mimmo sfotte: "Edooo... hai la testa a forma di donna sexy, hua, hua, hua..."
Edo mi vede e si fa sotto: "Papi, posso giocare col tuo Aifon?"
Ale: "voio una bambina bellissima ioooooo"
Mimmo: "Faccio la fionda di saliva?"
Ale: "voio una bambina bellissima ioooooo"
Edo: "E papi? posso l'Aifon?"
Mimmo: "Papà, ma Rosy Mauro ha tradito Gesù?"
Edo: "l'Aifon papi..."
La madre dei miei figli si è arresa. I minori sono padroni assoluti del campo di battaglia. Sarebbe il momento di rientrare nel mio ruolo di padre con 4 urli ben assestati. Sono i figli stessi che me lo chiedono. Inconsciamente. Disperatamente. Ma un accadimento drammatico mi fa cambiare idea. È quando mi butto sul divano e vedo i tre teppisti che mi saltano addosso urlando. Sono senza pantaloni e mutande. Vengo schiaffeggiato selvaggiamente da 3 allegri micropeni. La mia decisione è irremovibile: per stasera terrò la bocca chiusa.
lunedì 14 maggio 2012
Mamma la splendida. Papà il mascalzone.
Ieri era la festa della mamma. Mimmo sale su una sedia:
Improvvisamente mi torna alla mente la poesia di Edo per la festa del papà. Me la faccio ripetere:
Capito? Mamma ha lo sguardo profondo e papà è un gallo. Mamma ha il pancino e papà mangia. A mamma batte il cuore e papà invecchia. E gli rincresce pure. Non a lei. Solo a lui. E stendiamo un velo pietoso su quel: "... e se si sposa PUO' diventar papà". E se non si sposa? Non ho dubbi. Le maestre ce l'hanno con me! E me le vedo in crocchio che scuotono la testa e guardano sconsolate mio figlio Ale che piscia felice nel giardino dell'asilo nido (Edo l'ha fatto):
"Guarda che selvaggio..."
"Tutta colpa di suo padre..."
"Che figo suo padre..."
"È un mascalzone, altro che!"
"Si, ma è figo"
"Tre figli e non la sposa!"
"Tipico dei fighi..."
Bè care maestre, lasciatemi dire una cosa. Pestare sui maroni fin da piccoli ha delle conseguenze per tutti. Sensi di colpa e di perenne inadeguatezza, fragilità nei confronti della vita, paura di morire... qualcuno la chiama "crisi dei 40 anni". In realtà sono cose che ci hanno alimentato dentro fin da bambini. Fardelli tipicamente maschili che abbiamo ciucciato col latte materno e col succo di frutta dell'asilo. E siccome - questo si! - i maschi si lamentano un sacco, succede che tutti questi pesi a 40 anni vengono scaricati addosso alla femmina che hai a fianco. Domanda: perchè?
Qualcuno pensa che esageri vero? No, non esagero. Dopo la poesia alla mamma, saliamo in auto. Ed ecco la discussione filosofica tra Edo e Mimmo:
Mimmo: "Ma dobbiamo morire tutti?"
Edo: "Si, tutti"
Mimmo: "È obbligatorio"
Edo: "Certo"
Mimmo: "Ma perchè?"
Edo: "Perchè a un certo punto diventi talmente vecchio che ti rincresce e muori"
Mi rincresce Edo, benvenuto nel club.
Improvvisamente mi torna alla mente la poesia di Edo per la festa del papà. Me la faccio ripetere:
Capito? Mamma ha lo sguardo profondo e papà è un gallo. Mamma ha il pancino e papà mangia. A mamma batte il cuore e papà invecchia. E gli rincresce pure. Non a lei. Solo a lui. E stendiamo un velo pietoso su quel: "... e se si sposa PUO' diventar papà". E se non si sposa? Non ho dubbi. Le maestre ce l'hanno con me! E me le vedo in crocchio che scuotono la testa e guardano sconsolate mio figlio Ale che piscia felice nel giardino dell'asilo nido (Edo l'ha fatto):
"Guarda che selvaggio..."
"Tutta colpa di suo padre..."
"Che figo suo padre..."
"È un mascalzone, altro che!"
"Si, ma è figo"
"Tre figli e non la sposa!"
"Tipico dei fighi..."
Bè care maestre, lasciatemi dire una cosa. Pestare sui maroni fin da piccoli ha delle conseguenze per tutti. Sensi di colpa e di perenne inadeguatezza, fragilità nei confronti della vita, paura di morire... qualcuno la chiama "crisi dei 40 anni". In realtà sono cose che ci hanno alimentato dentro fin da bambini. Fardelli tipicamente maschili che abbiamo ciucciato col latte materno e col succo di frutta dell'asilo. E siccome - questo si! - i maschi si lamentano un sacco, succede che tutti questi pesi a 40 anni vengono scaricati addosso alla femmina che hai a fianco. Domanda: perchè?
Qualcuno pensa che esageri vero? No, non esagero. Dopo la poesia alla mamma, saliamo in auto. Ed ecco la discussione filosofica tra Edo e Mimmo:
Mimmo: "Ma dobbiamo morire tutti?"
Edo: "Si, tutti"
Mimmo: "È obbligatorio"
Edo: "Certo"
Mimmo: "Ma perchè?"
Edo: "Perchè a un certo punto diventi talmente vecchio che ti rincresce e muori"
Mi rincresce Edo, benvenuto nel club.
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mercoledì 9 maggio 2012
La donna autobus
Oggi mi sento molto Sex & The City...
Le donne che ami sono di due tipi.
"La donna che ti cambia.
"La donna autobus".
La donna che ti cambia va spesso sotto lo pseudonimo di "persona giusta". Tutti sappiamo che la persona giusta non esiste ovviamente, ah, ah, ah... ma questo si sa. Esiste però la nostra predisposizione ad amare una tipa malgrado il dentifricio schiacciato a metà, i capelli che fanno diga sugli scarichi dei bagni e le ferite alla mano quando le accarezzi le cosce. La migliore donna che ti cambia lo fa senza minacciarlo. Lo fa e tu sei felice. Ti dà delle cose e tu, mona, le prendi. Le assorbi. Le metabolizzi. Come il pane mangiato che diventa unghie. La donna che ti cambia ti entra nella pelle anestetizzata come una zanzara. Solo dopo vedi i bubboni e non sei più quello di prima. Corpo, abilità, convinzioni politiche, sense of humor, gusti, carattere, rapporto con gli altri e con te stesso... Non sei più tu e va bene così.
La donna autobus è quella che ti porta - suo malgrado - da un punto all'altro della vita. Una donna autobus - se sei uno schianto come me - sta sempre tra due donne che ti cambiano. Ha la sfiga di stare con te nel momento in cui improvvisamente, definitivamente e senza motivo ti rompi i coglioni di come sei. Così, se hai l'abitudine di fare l'amore con lei come un riccio, una mattina ti svegli e ti scopri molto riccio e poco amoroso. Da quel momento è una discesa. Uno alla volta, le farai provare tutti i tuoi aculei: vuoi stare a casa, vuoi uscire, vuoi respirare, vuoi soffocare, vuoi essere libero, vuoi essere schiavo... Qualsiasisi cosa sia quello che vuoi, non è più quello che volevi. Ti senti in un autobus che sbuffa verso il capolinea. La guida ti dà la nausea. Le buche sono voragini. Quando parli al conducente tendi a urlare... ogni giorno ti avvicini inesorabilmente al bottone della fermata, sperando che qualcuno lo schiacci prima di te. E ti faccia scendere senza sensi di colpa.
Non puoi sapere che tipo di donna sia quella che ami in questo momento. Quindi fregatene. Concediti a lei anima e corpo, col trasporto e l'illusione di un fresco puledro. Dà senza chiedere. E quando finirà, piangi quanto ti pare, ma chiediti l'unica cosa che ha senso sapere: era un autobus?
Carrie Giangi Bradshaw
Le donne che ami sono di due tipi.
"La donna che ti cambia.
"La donna autobus".
La donna che ti cambia va spesso sotto lo pseudonimo di "persona giusta". Tutti sappiamo che la persona giusta non esiste ovviamente, ah, ah, ah... ma questo si sa. Esiste però la nostra predisposizione ad amare una tipa malgrado il dentifricio schiacciato a metà, i capelli che fanno diga sugli scarichi dei bagni e le ferite alla mano quando le accarezzi le cosce. La migliore donna che ti cambia lo fa senza minacciarlo. Lo fa e tu sei felice. Ti dà delle cose e tu, mona, le prendi. Le assorbi. Le metabolizzi. Come il pane mangiato che diventa unghie. La donna che ti cambia ti entra nella pelle anestetizzata come una zanzara. Solo dopo vedi i bubboni e non sei più quello di prima. Corpo, abilità, convinzioni politiche, sense of humor, gusti, carattere, rapporto con gli altri e con te stesso... Non sei più tu e va bene così.
La donna autobus è quella che ti porta - suo malgrado - da un punto all'altro della vita. Una donna autobus - se sei uno schianto come me - sta sempre tra due donne che ti cambiano. Ha la sfiga di stare con te nel momento in cui improvvisamente, definitivamente e senza motivo ti rompi i coglioni di come sei. Così, se hai l'abitudine di fare l'amore con lei come un riccio, una mattina ti svegli e ti scopri molto riccio e poco amoroso. Da quel momento è una discesa. Uno alla volta, le farai provare tutti i tuoi aculei: vuoi stare a casa, vuoi uscire, vuoi respirare, vuoi soffocare, vuoi essere libero, vuoi essere schiavo... Qualsiasisi cosa sia quello che vuoi, non è più quello che volevi. Ti senti in un autobus che sbuffa verso il capolinea. La guida ti dà la nausea. Le buche sono voragini. Quando parli al conducente tendi a urlare... ogni giorno ti avvicini inesorabilmente al bottone della fermata, sperando che qualcuno lo schiacci prima di te. E ti faccia scendere senza sensi di colpa.
Non puoi sapere che tipo di donna sia quella che ami in questo momento. Quindi fregatene. Concediti a lei anima e corpo, col trasporto e l'illusione di un fresco puledro. Dà senza chiedere. E quando finirà, piangi quanto ti pare, ma chiediti l'unica cosa che ha senso sapere: era un autobus?
Carrie Giangi Bradshaw
venerdì 27 aprile 2012
I' ho già fatto un gozzo in questo stento
Ormai io ne ho fin qua di questo stento
come della pioggia di Lombardia
i contadini o chiunque altro sia
costretto con il ventre sotto il mento
La barba al cielo e la nuca sento
sulla gobba e ho il petto di un'Arpia
e gocciola il pennello sulla mia
faccia che paio un ricco pavimento.
I lombi sono dentro le budelle,
e, per il contrappeso, il culo è groppa,
accecato muovo passi invano.
Davanti a me si allunga la mia pelle
per ripiegarsi e arrotolarsi a poppa
e mi tendo come arco castigliano
Così sbagliato e strano
sorge il giudizio da una mente storta
che spara con la cerbottana torta.
La mia pittura morta
difendi, Giovanni, e il mio onore:
non sto bene e non mi sento pittore.
I' ho già fatto un gozzo in questo stento,
come fa l'acqua a' gatti in Lombardia
o ver d'altro paese che si sia,
c'a forza 'l ventre appicca sotto 'l mento.
La barba al cielo, e la memoria sento
in sullo scrigno, e 'l petto fo d'arpia,
e 'l pennel sopra 'l viso tuttavia
mel fa, gocciando, un ricco pavimento
E' lombi entrati mi son nella peccia,
e fo del cul per contrapeso groppa,
e' passi senza gli occhi muovo invano.
Dinanzi mi s'allunga la corteccia,
e per piegarsi adietro si ragroppa,
e tendomi com'arco sorïano.
Però fallace e strano
surge il iudizio che la mente porta,
ché mal si tra' per cerbottana torta.
La mia pittura morta
difendi orma', Giovanni, e 'l mio onore,
non sendo in loco bon, né io pittore.
come della pioggia di Lombardia
i contadini o chiunque altro sia
costretto con il ventre sotto il mento
La barba al cielo e la nuca sento
sulla gobba e ho il petto di un'Arpia
e gocciola il pennello sulla mia
faccia che paio un ricco pavimento.
I lombi sono dentro le budelle,
e, per il contrappeso, il culo è groppa,
accecato muovo passi invano.
Davanti a me si allunga la mia pelle
per ripiegarsi e arrotolarsi a poppa
e mi tendo come arco castigliano
Così sbagliato e strano
sorge il giudizio da una mente storta
che spara con la cerbottana torta.
La mia pittura morta
difendi, Giovanni, e il mio onore:
non sto bene e non mi sento pittore.
A scrivere è Michelangelo Buonarroti.
Il destinatario è Giovanni Da Pistoia.
È il 1510 circa.
Michelangelo sta dipingendo la Cappella Sistina.
Michelangelo sta dipingendo la Cappella Sistina.
In rete ho trovato una traduzione inglese e i soliti tromboni italiani che non spiegano.
Quindi, da ex trombonista, mi sono fatto la mia versione
(benvengano consigli e correzioni).
Questa è la versione originale:
Questa è la versione originale:
come fa l'acqua a' gatti in Lombardia
o ver d'altro paese che si sia,
c'a forza 'l ventre appicca sotto 'l mento.
La barba al cielo, e la memoria sento
in sullo scrigno, e 'l petto fo d'arpia,
e 'l pennel sopra 'l viso tuttavia
mel fa, gocciando, un ricco pavimento
E' lombi entrati mi son nella peccia,
e fo del cul per contrapeso groppa,
e' passi senza gli occhi muovo invano.
Dinanzi mi s'allunga la corteccia,
e per piegarsi adietro si ragroppa,
e tendomi com'arco sorïano.
Però fallace e strano
surge il iudizio che la mente porta,
ché mal si tra' per cerbottana torta.
La mia pittura morta
difendi orma', Giovanni, e 'l mio onore,
non sendo in loco bon, né io pittore.
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