mercoledì 8 gennaio 2014

La vittoria di "Waterloo"

Ho solcato le bianche montagne del generale Inverno, ho dormito al freddo e al buio del blackout, ho sagomato con mani gelate un soldato di neve, ho acceso fuochi di stufa, di camino, di candele… Ma la cosa più epica delle mie vacanze di Natale l'ho vissuta in pantofole. Davanti a Sky Cinema HD. Lì ho ammirato la prova provata che l'Italia fu, recentemente, una vera superpotenza. La prova provata è "Waterloo", un film vecchio e dimenticato. Prodotto dall'Italia scintillante di De Laurentiis anche coi rubli dell'URSS e il "да" di una ancora invitta Armata Rossa, è un'opera clamorosa dai nomi clamorosi: Rod Steiger, Christopher Plummer, Orson Welles, Nino Rota, Mario Soldati (un cognome, un destino)... Ma è clamoroso sopratutto per le scene di battaglia tra gli sterminati eserciti di comparse e stunt-man armati e vestiti da Dio. 3D, kiss my ass.

Guardo le sterminate masse umane di "Waterloo" e la prima scena di "Gladiator" mi sembra un viral di Maccio Capatonda, guardo il rallenty ovattato della carica della cavalleria inglese (vedi dal sec. 03:27) e lo sbarco de "Salvate il Soldato Ryan" mi sembra il "plis visit itali" di Rutelli.



Non c'è dubbio. Ai tempi di "Waterloo" ci bastava dire "siamo italiani" che si aprivano porte e portafogli esotici. Come l'Odissea e la Divina Commedia, "Waterloo" è molto più di un film. È il boom dell'Italia del dopoguerra che fa il punto. È la storia di un paese che nel 1970 si stiracchia sui suoi muscoli guizzanti e sente che sì… è pronta! È pronta a baluginare sui volti degli spettatori di tutto il mondo sotto forma di film. È un'Italia colossale e "Waterloo" è un fantasmagorico kolossal.

Se Waterloo non è un film, questa non è una recensione. Infatti questo è un pretesto per berciare il mio personalissimo incoraggiamento nelle orecchie delle truppe dei giovani italiani emigrati.

Giovani Italiani Emigrati! A voi che siete i resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo, a voi che oggi risalite in disordine e senza speranza le valli che i vostri avi avevano conquistato con orgogliosa sicurezza, io dico: non mollate! Avanti ragazzi. AVANTI! Spingetevi oltre i confini della vostra paura, lanciate a tutta birra la vostra curiosità, tenete asciutte le polveri dei sogni, siate la carne del vostro stesso cannone, non mollate di un centimetro! Le vostre passioni segnano il bordo della trincea italica che non deve cedere. La vecchia guardia siete voi. Se cedete voi, siamo tutti perduti.

Una, cento, mille "Waterloo"!

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