lunedì 28 gennaio 2019

Nel futuro


“Volevo darti un follow-up sul semi-open brief delle shop guidelines …”

Smetto di leggere il testo dell’email del mio collega. Tolgo gli occhiali chè, non si sa perché, per immaginare il futuro gli occhiali si tolgono sempre. A naso leggero, mi immagino tra 20 anni, sul divano del soggiorno, con un abbigliamento che esporta pallini di lana in tutte le stanze e il gatto più stronzo d’Europa sulle ginocchia.
Immagino mio nipote che mi parla.

Non lo sento. Apro la bocca, incartapecoro la fronte, cedo di lato col corpo e metto la mano a conchetta nell’orecchio. Mi ripete. Niente. Non lo sento.

Mi immagino di ruotare il tronco come un monoblocco di ghisa emettendo lamenti. Prendere dal tavolinetto l’imbuto di corno di cervo, quello vicino alla scacchiera di mogano, quello che uso per amplificare i suoni (no, mai amato la tecnologia io). E mi immagino di infilarlo tremante nel padiglione del mio smisurato orecchio floscio.

Ecco, ora sento:

“Volevo darti un follow-up sul semi-open brief delle shop guidelines…”

Lo sento ma non lo capisco. E così scopro che oggi, io vivo nel futuro.
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lunedì 4 giugno 2018

36. EDO CORNER < palcosceno >


Siamo a cena. Edo in faccia ha una battaglia di disegnini e scritte con la biro. Gli chiedo lumi e mi risponde che i suoi compagni di classe gli hanno fatto i tatuaggi di Young Signorino.

Padre: "E dove sono i cazzi?"
Edo: "..."
Padre: "Quando a scuola mi disegnavano robe in faccia erano al 90% cazzi"
Un sorriso ed esce la verità nascosta: "Questo fiore era un cazzo... questo coniglietto era un cazzo... questa macchinina era un cazzo..."

La puntuale recensione del primogenito si arricchisce del prezioso contributo del fratello:
Mimmo: "Io i cazzi li trasformo sempre in cagnolini"

E così penso che non siamo cambiati e anche Young Signorino non sia nulla di nuovo. Come i cazzi camuffati, anche lui appartiene agli universali culturali che attraversano generazioni e continenti. Ci sono sempre stati e ci saranno sempre.
Quello che è nuovo è il palco: smisurato.

mercoledì 30 maggio 2018

10. ALE CORNER < Radar >

Ale è serio serio. Siamo sul divano, fianco a fianco.

Ale: Come mai Babbo Natale non esaudisce i desideri sulle persone?

Io: ... "sulle"?

Sì, ho espresso un desiderio ma non l'ha fatto

Che desiderio?

Che tu diventi felice.

mercoledì 9 maggio 2018

35. EDO CORNER < cordialmente >

Stamattina Edo strepitava che non doveva andare a scuola causa febbre. Il termometro segnava 36 e 8. Gli abbiamo comunicato che non era febbre. Ci ha tacciato di essere irresponsabili, nazisti senza cuore, irrispettosi delle prassi familiari in vigore presso tutti i suoi amici. In macchina m'intenerisco:

"Edo, se oggi ti senti male, chiamami in qualsiasi momento"
(grugnito incomprensibile)
"Ma hai interrogazione oggi?"
"... compito di grammatica"
"Facciamo così: se va male, non mi arrabbio, ok?"
(grugnito incomprensibile)

Dopo scuola, la madre riceve un messaggio di ghiaccio:


sabato 19 agosto 2017

Il valore della libertà

“Ora papà vi racconta cos’è la libertà. La libertà è una cosa molto concreta che non capiamo finché non ci viene tolta. Vi faccio degli esempi. Immaginatevi di vivere in Corea del Nord: se uno di voi si mettesse a guardare un film straniero senza avere l’autorizzazione del governo, andrebbe in galera assieme a tutti i suoi familiari. Nel 1944 c’era la guerra e il coprifuoco. Sapete cos’è il coprifuoco?”

“No”

“Che dopo una certa ora, alla sera, non si poteva più andare in giro. A quei tempi, molti italiani sognavano di uscire di casa dopo il tramonto senza chiedere il permesso a nessuno. Libertà era uscire la sera. Ai tempi dell’antica Roma, se c’era la pace, i contadini - cioè il 90% della popolazione - erano liberi di coltivare i campi e vivere la loro vita senza l’angoscia di essere prelevati, armati e mandati a morire in qualche battaglia. Libertà era pace.”

Siamo in viaggio in automobile. Mi giro per vedere l’espressione dei miei figli seduti sui posti dietro. Silenziosi, stanno assorbendo tutto come spugnette. Decido di dare al mio racconto una pennellata di vita vissuta, così... per fissare meglio il mio capolavoro narrativo sulla tela. Mi sento molto padre, minchia.

"Vi dico tutto questo perché ho appena fatto un bancomat. E mi è venuto in mente che nella mia vita mi sono sentito davvero libero in 3 precisi momenti. La prima volta quando ho comprato la mia prima automobile: era una Y10 grigio topo che abbandonavo in giro per la città senza nemmeno chiuderla. I primi giorni, mi mescolavo con lei nel traffico e mi sembrava di avere le ali. Spesso partivo senza sapere dove andare per il gusto di muovermi e esercitare il mio diritto alla fuga. La seconda volta è stato nel 2000, quando mi hanno regalato il mio primo cellulare. Ero uno Startac Motorola che mi permetteva di parlare mentre guidavo, mentre camminavo, mentre ero in bici… una sensazione incredibile di potenza, sicurezza e onnipresenza. La terza volta è stato quando ho fatto il mio primo bancomat all’estero. Ero a Praga e ho cacciato la mia card dentro una banca di cui faticavo a leggere il nome. Quando quella banca barbara sputò esattamente le corone che avevo chiesto, sentii di avere il mondo in tasca...”

Sento il silenzio degli Spongebob dietro di me. Gli pneumatici masticano l’asfalto con precisione. Gli alberi sfilano davanti al parabrezza e sembrano inchinarsi al mio passaggio. Fiero, riassumo nella mia mente il senso di un racconto che, sono certo, resterà impresso per sempre nella mente dei miei ereditieri. Sintesi: essere liberi significa...

... possedere auto, cellulare e denaro...
Maporcadiquellatroia!

venerdì 30 giugno 2017

9. ALE CORNER < Preparato al domani >

È da un po' che non posto perché è da un po' che mi sento latitante come padre. Ci sono però perle che meritano memoria.

Padre: "Cosa vuoi fare da grande?"
Ale: "Il mischiatore di animali"
Padre: "..."
Ale: "Prende l'orso bianco e l'orso nero e nasce il panda juventino"

Madre: "Dai Ale, vai a letto"
Ale: "Un attimo che mi pettino"
Madre: "..."
Ale: "Voglio sognarmi tutto pettinato"