Per Avventura intendo quel grumo di emozioni e brividi che non viene da un sogno, da una navigata su internet, da un esborso, da una pianificazione, da una palestra, da uno sponsor... Intendo l'Avventura inesorabile che la vita ti mette lì e tu non puoi fare altro che prenderla in pieno muso. Quella quotidiana, scandita dalla fame, dall'adrenalina, dal fiato della morte sempre appiccicato sul collo, quella a cui devi solo reagire, sperando di disporre dell'istinto giusto per sopravvivere ogni volta. Ecco, quell'Avventura l'Occidente l'ha perduta. E per me è morta col nonno.
Oggi un'amica mi ha ricordato l'esistenza di una conoscente comune che viveva a Londra e che oggi, purtroppo, è scomparsa. La sua vita è un esempio dell'Avventura. Eccola qui: sua mamma - intellettuale e femminista convinta - resta incinta di lei dopo aver avuto una figlia da uno che non era suo marito. Dieci giorni dopo il parto, la madre muore. Il marito, un noto filosofo, scrittore e politico anarchico-comunista, adotta la sorellastra. Cresce le due bimbe incoraggiandole ad assecondare le proprie idee politiche. Poco dopo, il padre sposa la vicina di casa, mentre la figlia si innamora di un poeta che però è sposato. Così i due si incontrano di nascosto al cimitero, vicino alla tomba della madre di lei. Lì decidono di scappare a Parigi assieme alla figlia della vicina di casa sposata dal padre. La fuitina dura poco: incinta e senza soldi, torna a Londra dove perde la figlia per un parto prematuro. Reagisce sposando il suo poeta che, nel frattempo, è diventato vedovo per il suicidio della moglie. Morto un ricco parente, la coppia eredita, esce dall'indigenza e mette in cantiere il secondo figlio. Col piccolo, vanno in vacanza al lago di Ginevra. Lì, ha l'idea di scrivere un racconto attraverso cui la conosco e la conosciamo tutti: "Frankenstein".
Era il 1816...
Aveva 19 anni...
Ne approfitto per mandare un like al 2017 e dire ai miei follower che mi sento fake, old e alone.
Un selfie di Mary Shelley
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